Un metodo divertente per capire un paese è guardare allo sport. Durante le feste natalizie milioni di statunitensi hanno guardato in tv le partite dell’Nba, la lega professionistica di pallacanestro. Una vetrina perfetta anche per un argomento molto serio come i rapporti tra bianchi e neri. Nel tempo l’Nba ha contribuito a plasmare l’identità della comunità afroamericana. Due grandissime star della pallacanestro, Michael Jordan e LeBron James, forse le più grandi, sono protagonisti di due libri che mostrano quale possa essere l’impatto delle loro personalità fuori dal campo di gioco, soprattutto per quello che riguarda la questione razziale. In Jumpman, Johnny Smith sostiene che Michael Jordan, arrivato al successo nell’America daltonica di Ronald Reagan, abbia cercato di “trascendere il colore della pelle”. Non si è mai considerato un paladino dei diritti degli afroamericani. Valerie Babb, nel suo Book of James, mostra come invece sia stato attivo politicamente LeBron. Del resto tutti e due gli sportivi sono stati “figli del loro tempo”. The Economist

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Questo articolo è uscito sul numero 1544 di Internazionale, a pagina 76. Compra questo numero | Abbonati