Sul pianeta Arrakis, il giovane Paul Atreides (Timothée Chalamet) si unisce ai nativi fremen e trama la sua vendetta sulla casata degli Harkonnen e sull’imperatore Shaddam IV (Christopher Walken). Dune. Parte 2 conferma la sensazione che Denis Villeneuve abbia avuto visioni alimentate dalla spezia per tutta la sua vita. Il regista ha detto più volte che la lettura del romanzo di Frank Herbert, da ragazzo, gli ha aperto la mente. Possiamo quindi immaginare che portare sullo schermo l’inebriante miscela di guerra tra nobili casate, fantasticherie psichedeliche, temi anticolonialisti e viaggi intergalattici di quel romanzo di fantascienza sia realisticamente il lavoro di tutta una vita. Bisogna considerare che l’arrivo di questo secondo capitolo è praticamente un miracolo. Il regista infatti ha scommesso su un adattamento in due parti del romanzo senza avere garanzie che la seconda sarebbe mai stata realizzata, e il primo capitolo è arrivato in piena pandemia. Questo nuovo film è un’epopea di guerra, un capitolo più muscolare, meno “di costruzione”, ma con una trama davvero più complicata da snocciolare. Un’epica dose di follia fantascientifica, che manderà in visibilio gli appassionati, anche se forse troppo speziata da digerire in una sola seduta. E non è finita, perché si arriva alla fine del primo libro di Herbert, ma si è già tanto discusso della possibile parte tre basata su Messia di Dune, secondo romanzo del ciclo di Herbert. Dovesse avere il nulla osta non si tratterebbe di una coda opzionale, ma della conclusione di una vera e propria trilogia.
Ben Travis, Empire

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Questo articolo è uscito sul numero 1552 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati