Cultura Suoni
It’s almost dry
Pusha T (Fabien Montique)

Sono passati quattro anni dall’uscita dell’album DAY­TONA, una meraviglia di sette brani costruita su pura abilità tecnica, velenoso rancore e un fenomenale Kanye West alla produzione. Poi Pusha T ha cominciato un dissing con Drake nel brano The story of Adidon, dando il via a una faida tra i due. Dopo la pandemia, il rapper è cambiato: si è sposato e ha fatto un figlio, concentrandosi sulla paternità. It’s almost dry è il disco di un neo papà paranoico e della quarantena da covid-19. “Non andavo da nessuna parte”, ha dichiarato in una recente intervista il musicista di New York. In vent’anni la scrittura di Pusha T si è affinata. Le infinite parole che usa per descrivere la cocaina dimostrano una notevole padronanza della lingua inglese. Ma il contenuto dei brani non riflette la sua crescita personale. A 44 anni, le barre sullo spaccio suonano un po’ scontate. Kanye West c’è anche stavolta e rende speciali brani come Dreamin of the past e il singolo Diet coke. It’s almost dry è un buon disco con un’ottima produzione e le performance di uno dei migliori rapper in circolazione. Ma non ha il mordente degli album del passato.
Anthony Malone,
HipHop DX

Air

Se avete amato l’album di Little Simz Sometimes I might be introvert o 30 di Adele, saprete che una delle loro qualità distintive era l’incontro tra i cori e la strumentazione classica. L’altra cosa che lega questi due lavori è l’acclamato produttore Inflo. La sua band si chiama Sault e ha pubblicato a sorpresa della nuova musica. In Air però le orchestrazioni si prendono tutta la scena. Il tema della sopravvivenza è sempre stato fondamentale nella musica dei Sault, ma stavolta al centro del racconto sembra esserci la sopravvivenza del pianeta Terra. E ogni brano potrebbe essere il finale di una colonna sonora. Air suona come il canto del cigno per un mondo meraviglioso in pericolo.
Nathan Evans,
The Quietus

Everything was beautiful
Spiritualized (dr)

Quando nel 2001 Jason Pierce stava lavorando al mixaggio di Let it come down, la sua auto rimase parcheggiata davanti agli studi di Abbey Road così a lungo che la linfa degli alberi la rese verde. Questo per dire quanto sia un perfezionista quando si tratta di musica. Il nuovo Everything was beautiful è un compagno del precedente And nothing hurt del 2018, un battito di ciglia per le pause che la band britannica è solita prendere tra un disco e l’altro. Ascoltare Always together with you con le cuffie è la prova di quanto Pierce sia bravo a scolpire il suono: una splendida unione tra rumore, melodia e vulnerabilità, un incrocio sonoro tra il Natale e l’aldilà. Ovunque ci sono riferimenti ai precedenti album, mentre le influenze principali sono Iggy Pop, omaggiato nel blues di Let it bleed (for Iggy), e i Velvet Underground. Forse Pierce pensa di aggiungere alla sua galleria un’altra opera senza soluzione di continuità, ma la verità è che da anni non era diretto ed efficace come in Everything was beautiful, un album emotivo che suona come una sfida all’isolamento imposto dalla pandemia. Dopotutto il musicista è stato dichiarato morto già due volte all’inizio del millennio e sa bene che tutto quello che è successo dopo è una specie di bonus. Nel finale di I’m coming home again canta con il cuore mentre la sua voce s’incrina leggermente. È tornato a casa, di nuovo, ed è un piacere essere invitati.
Eamon Sweeney,
The Irish Times

Händel: 8 suite (1720) e altri pezzi per clavicembalo

Le suites di Händel sono state trascurate per anni, ma ora continuano a uscirne nuove edizioni su disco. Parlando di quella di Pierre Hantaï (Internazionale 1426) ci sembrava che il suo punto forte fosse la poesia. Per Francesco Corti è il teatro, con un’esecuzione molto ritmica e muscolosa. Lo strumento dal timbro caldo e nobile scelto dal clavicembalista italiano, fedelmente captato dalla produzione, si presta bene a questa prospettiva: le ouverture ruggiscono, i preludi s’infiammano, le variazioni più virtuosistiche e i finali concertanti sono più furiosi come non mai. Costruite maestosamente, le fughe rivelano una ricchezza di carattere e un’articolazione di livello assoluto. La celebre passacaglia in sol minore è sempre malinconica e le variazioni della quinta suite, quelle note come Il fabbro armonioso, hanno raramente avuto la stessa freschezza infantile. L’album raccoglie le otto grandi suite del 1720. Aspettando che Corti ci porti anche quelle del 1733, qui abbiamo una nuova edizione di riferimento per le prime.
Luca Dupont-Spirio,
Diapason

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1458 - 29 aprile 2022

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