Eric Liebegut, 18 anni, apprendista tipografo, sa già per chi voterà alle europee del 9 giugno: il partito di estrema destra Alternative für Deutschland (Afd), l’unico – spiega – a proporre una via di fuga dalla deprimente realtà della Germania e con una visione ottimistica del futuro. “Gli altri hanno comandato per troppo tempo”, dice il ragazzo. “Ora tocca a noi”.
Liebegut, che indossa una felpa con cappuccio e la scritta in tedesco “La patria è il futuro”, è il tipico esemplare di una generazione sensibile al fascino del populismo di destra, che oggi seduce i giovani grazie a un mix di etnonazionalismo, antiliberalismo e valori tradizionali.
In passato una scelta elettorale come la sua sarebbe stata quantomeno bizzarra. L’Afd è stato fondato nel 2013 da un gruppo di economisti contrari ai piani di salvataggio concessi a diversi paesi della zona euro. Negli ultimi anni ha però assunto posizioni quasi “sovversive”, che gli hanno fatto guadagnare molti sostenitori, soprattutto nella parte orientale del paese.
Gli analisti sottolineano che la maggior parte delle persone nate tra la fine del novecento e l’inizio del duemila continua a votare partiti progressisti, come i Verdi. Tuttavia i sondaggi indicano che in tutta Europa l’estrema destra sta rapidamente conquistando terreno.
In Francia il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen è votato dal 36 per cento degli elettori di età compresa tra i 18 e i 24 anni, mentre nei Paesi Bassi il 31 per cento sostiene il Partito per la libertà (Pvv) di Geert Wilders, che l’anno scorso ha vinto le elezioni politiche e ha appena formato un governo di coalizione con la promessa di introdurre le “leggi sui rifugiati più restrittive di sempre”. Inoltre, un sondaggio recente rivela che il 22 per cento dei tedeschi tra i 14 e i 29 anni sostiene l’Afd. Nel 2023 erano appena il 12 per cento. Nessun altro partito tedesco può contare su un appoggio simile in questa fascia di età.
Questa tendenza incombe sulle elezioni europee, che per molti giovani sono la prima esperienza di voto. Gli ultimi sondaggi prevedono che la destra populista otterrà fino al 25 per cento dei seggi nel nuovo parlamento, molti di più del 2019. “Una svolta così netta” potrebbe avere “conseguenze significative per la politica dell’Unione”, sottolinea il centro studi European council on foreign relations (Consiglio europeo per le relazioni internazionali). E renderebbe più difficile costruire maggioranze europee pronte a combattere il cambiamento climatico o a rafforzare i poteri di Bruxelles.
Gli esperti sottolineano che i partiti di estrema destra si presentano come ribelli antisistema, una tattica particolarmente efficace per conquistare il voto dei ragazzi. Santiago Abascal, leader dello spagnolo Vox, si scaglia, per esempio, contro la “dittatura progressista” della Spagna socialista, promettendo di cancellare le leggi che garantiscono i diritti dei transgender e l’aborto, e di mettere fine al “fanatismo climatico”. “Tutto ruota attorno alla ribellione, alla trasgressione e alla provocazione”, sottolinea Steven Forti, professore di storia all’università di Bologna. “Questi partiti sostengono di combattere contro l’egemonia culturale della sinistra. E tanti giovani gli credono, soprattutto i maschi, che spesso si sentono umiliati dal femminismo”. Questo sentimento è espresso chiaramente in un video diffuso alla fine di maggio sui social network, in cui un gruppo di giovani in vacanza a Sylt, un’esclusiva isola tedesca nel mare del Nord, canta a ritmo di musica slogan come “Fuori gli stranieri” e “La Germania ai tedeschi”. Un ragazzo fa anche il saluto nazista, che in Germania è vietato.
La strategia di Maximilian
Maximilian Krah, europarlamentare dell’Afd e capolista del partito alle europee, sostiene che l’estrema destra sia stata favorita “dall’assoluta incapacità della sinistra attuale di esercitare qualsiasi attrattiva sui ragazzi”. Negli anni sessanta e settanta – l’epoca degli hippy, di Woodstock e del movimento contro la guerra in Vietnam – la sinistra esercitava un forte fascino sugli adolescenti. “Ma oggi è roba da sfigati”, dice Krah. “Cibo vegetariano? Bici col carrello? Ma siamo impazziti?”.
Al pari di Vox, l’Afd si presenta come la scelta ideale per i ragazzi frustrati dall’ideologia woke e contrari a un politica la cui massima espressione è la coalizione tra socialdemocratici, verdi e liberali guidata dal cancelliere Olaf Scholz.
La sinistra “sostiene la decrescita. Sostanzialmente promette ai giovani che resteranno più poveri dei loro genitori e dei loro nonni. E poi gli chiede anche di fare sacrifici per salvare il clima”, sottolinea Krah. “Con noi, invece, i ragazzi non devono sacrificare nulla”.
Con i suoi video su TikTok e una reputazione da testa calda, Krah si è costruito un nutrito seguito tra i giovani. Ma a volte le sue posizioni sono troppo estreme perfino per i suoi alleati. In una recente intervista al Financial Times ha detto che non tutti gli esponenti delle Ss (a cui era affidata, tra le altre cose, la gestione dei campi di stermino nazisti) erano criminali. La dichiarazione ha scatenato un putiferio a Parigi, dove Marine Le Pen ha annunciato la fine della collaborazione tra l’Rn e l’Afd. Sommerso dalle critiche, Krah ha fatto sapere che non avrebbe più partecipato agli eventi della campagna elettorale e si è dimesso dal consiglio esecutivo. Ma tutto questo non è bastato a Le Pen e ai partiti affiliati al gruppo europeo Identità e democrazia, che il giorno successivo hanno espulso l’Afd.
I sondaggi confermano che gli scandali stanno allontanando dal partito gli elettori più moderati, ma l’avanguardia dei giovani militanti sembra impermeabile alla pubblicità negativa. Florian Russ, leader del movimento giovanile del partito (la Junge Alternative für Deutschland) nel land orientale Sassonia-Anhalt, è convinto che i ragazzi siano attratti dall’Afd proprio a causa dello stigma sociale che lo circonda. “È come il rock’n’roll negli anni cinquanta, c’è una specie di spirito di rivolta giovanile”, spiega. “All’epoca molti ascoltavano Elvis perché i genitori glielo proibivano. Con l’Afd succede lo stesso. La gente si chiede: ‘Ma davvero sono così cattivi?’. Poi s’informa e scopre che non è affatto così”. Il fascino crescente che l’Afd esercita sui giovani tedeschi si è manifestato chiaramente nelle ultime elezioni. Alle regionali del 2023, nella ricca regione occidentale dell’Assia, il 15 per cento di chi votava per la prima volta ha scelto l’Afd. In Baviera il 16 per cento. Alle elezioni per il Bundestag del 2021 i nuovi elettori che avevano votato per l’estrema destra erano stati appena il 6 per cento.
La svolta a destra appare evidente anche dall’ultimo studio annuale sulla gioventù tedesca, realizzato dal ricercatore Simon Schnetzer, che ha scattato un’istantanea di una generazione profondamente segnata dalla pandemia e poi dal trauma della guerra in Ucraina, dall’inflazione e dall’aggravarsi della crisi climatica. Secondo lo studio, per i giovani le preoccupazioni per il cambiamento climatico passano in secondo piano rispetto a problemi quotidiani come la mancanza di alloggi accessibili, la fragilità del sistema pensionistico e la paura di vivere la vecchiaia in povertà. “Sono molto preoccupata per il futuro”, ammette Sophie Wolfram, 18 anni, simpatizzante dell’Afd di Bad Lauchstädt, in Sassonia-Anhalt. “Mi chiedo che pensione avrò, sempre se ne avrò una. Dobbiamo affrontare diverse incognite e non credo che i vecchi partiti se ne stiano occupando davvero”.
Secondo Schnetzer, la posizione di Wolfram è piuttosto comune. “La giovane generazione è molto pessimista”, spiega lo studioso. “I ragazzi hanno la sensazione di non guadagnare abbastanza e pensano che non potranno mantenere lo stile di vita con cui sono cresciuti”.
In Spagna, come in Italia o in Romania i partiti di destra sfruttano questo malcontento. In Romania il 25 per cento dei ragazzi tra i 18 e i 35 anni dichiara che sosterrà il partito di estrema destra Alleanza per l’Unione dei romeni (Aur, “oro” in romeno), che potrebbe così diventare la forza più votata in questa fascia d’età. Aur vuole unire tutte le popolazioni di lingua romena (compresa quella che vive in Moldova) in una nuova “Grande Romania”. Inoltre critica il sostegno all’Ucraina e si batte contro l’ateismo e “l’ideologia gender”.
Costin Ciobanu, politologo dell’università di Aarhus, in Danimarca, sottolinea che l’ostilità nei confronti della “grande coalizione” al potere in Romania sta favorendo i partiti populisti come Aur, “consentendogli di presentarsi come nemici dei ‘monopolisti della politica’”.
Aur potrebbe anche beneficiare del pessimismo diffuso nella società romena. Stando a un recente sondaggio condotto da Ires, appena il 23 per cento dei giovani ha fiducia nella democrazia romena, mentre il 67 per cento ha valutato o sta valutando l’ipotesi di emigrare.
In Germania, invece, le preoccupazioni economiche stanno spingendo molti giovani su posizioni sempre più critiche verso l’immigrazione. Nello studio di Schnetzer, il 41 per cento degli intervistati ha ammesso di essere allarmato per il numero di rifugiati presenti nel paese. Rispetto al 2022, la percentuale è quasi raddoppiata. “In passato ci sono state altre grandi ondate migratorie, ma la gente non era preoccupata, perché sapeva di non avere problemi”, spiega Schnetzer. “Oggi, invece, molti non si sentono sicuri economicamente, e questo li rende più sensibili ai messaggi dell’Afd, secondo cui il governo ha perso il controllo della situazione”.
La deriva verso l’estrema destra non è stata frenata nemmeno da una serie di notizie imbarazzanti sull’Afd. A maggio la polizia ha avviato un’indagine per corruzione e riciclaggio di denaro nei confronti di uno dei parlamentari più in vista del partito, Petr Bystron, accusato di aver ricevuto denaro dalla Russia per diffondere la propaganda di Mosca. Bystron si dichiara innocente. Ad aprile la polizia aveva arrestato uno degli assistenti di Krah con l’accusa di essere una spia della Cina. Niente di tutto questo sembra però aver scalfito la fiducia dei fedelissimi dell’Afd. Il tasso di gradimento del partito è leggermente calato, ma resta più alto di quello di tutte le formazioni della coalizione di governo. E i sondaggi prevedono che l’Afd sarà il partito più votato nei tre land in cui a settembre si voterà per le regionali.
Ritorno all’età dell’oro
Eric Liebegut, che vive nella piccola città di Schönebeck, ritiene che l’Afd sia l’unica forza pronta a occuparsi di un problema che gli sta a particolarmente a cuore: l’immigrazione clandestina. Il partito vuole chiudere i confini. E Liebegut è d’accordo. Ma ci sono anche altri problemi, e molti giovani scelgono l’Afd per ragioni meno legate all’attualità: “È una questione di tradizione e di lealtà verso la patria”, spiega Wolfram.
Russ, dirigente del movimento giovanile del partito, sottolinea invece che i tedeschi soffrono di una “mancanza d’identità: le persone si sentono come gusci vuoti, non si considerano più parte di qualcosa di più grande, del Volk (popolo) tedesco. È un problema molto serio”.
Secondo Russ i tedeschi sono “ossessionati” dall’epoca nazista e dall’Olocausto, cosa che gli impedisce di maturare un sano patriottismo: “Quando dici di essere tedesco è come se dovessi subito giustificarti, anche se non hai colpe”. È uno dei motivi per cui Wolfram apprezza l’Afd: lo scetticismo nei confronti della Erinnerungskultur, la cultura della memoria. “Il periodo nazista non costituisce l’intera storia della Germania, ne è solo una piccola parte”, spiega Wolfran. Il partito, sostiene, è l’approdo naturale per chi “non si vergogna di essere tedesco”. Di recente Krah ha pubblicato su TikTok un video intitolato “I nostri antenati non erano criminali” in cui invia precisamente questo messaggio. “Abbiamo tutti i motivi per essere orgogliosi del nostro paese e delle persone che lo hanno costruito”, dice rivolgendosi alla telecamera.
È esattamente questo sentimento che lo ha spinto a rilasciare al Financial Times le dichiarazioni sulle Ss. “Prima di chiamare qualcuno ‘criminale’ mi piacerebbe sapere cosa ha fatto”, ha dichiarato Krah, ricordando che molti dei 900mila componenti delle Ss “erano semplici contadini che non avevano altra scelta”. Krah è una celebrità di TikTok. L’anno scorso un video in cui offre consigli per trovare l’anima gemella è diventato virale. Nel video, dopo aver dichiarato che “un giovane su tre non ha mai avuto una ragazza”, Krah dà i suoi consigli ai ragazzi: “Non guardate i porno, non votate i Verdi, uscite all’aria aperta e fatevi rispettare. I veri uomini sono di destra. Magari così troverete una ragazza”. Il filmato ha accumulato 1,4 milioni di visualizzazioni.
Secondo Tarik Abou-Chadi, che insegna politica europea comparata a Oxford, la strategia di Krah è tipica dei partiti di estrema destra, che usano i social media per proiettare un’immagine giovanile e virile. “È l’idea dell’uomo europeo contrapposta a quella dello straniero. Non parliamo di classici neonazisti, ma di uomini che vanno in palestra, curano l’aspetto fisico, rispettano la legge e proiettano un’immagine giovanile e mascolina di sé. Negli ultimi dieci anni l’estrema destra ha avuto un ruolo chiave in questo processo di costruzione dell’identità”.
In Francia i benefici di questa strategia sono evidenziati dal successo di Jordan Bardella, carismatico leader dell’Rn e capolista alle europee. Con 1,2 milioni di follower su TikTok, Bardella è il grimaldello del partito per conquistare i giovani.
La strategia online dell’Afd è molto simile. Il consulente politico Johannes Hillje sottolinea che il partito ha capito da anni che doveva puntare sui giovani, e per questo è stato “la prima forza tedesca a usare sistematicamente e strategicamente le opportunità offerte da TikTok”.
Non tutti
Lo stile di comunicazione dell’Afd sembra piuttosto efficace. Hillje ha analizzato i video pubblicati su TikTok da vari partiti tra il gennaio 2022 e il dicembre 2023 e ha scoperto che quelli dell’Afd hanno generato una media di 430mila interazioni. Nessun altro partito si è avvicinato a queste cifre. Hillje sottolinea anche che i politici dell’Afd usano TikTok per “rivolgersi ai giovani in modo personale, a volte affrontando temi molto intimi”. La piattaforma è perfetta per questa strategia, perché il suo algoritmo indirizza gli utenti verso “i messaggi più emotivi, più divisivi e più provocatori”. Questo permette all’Afd di “gettare un’esca personale e creare così un legame con i sostenitori”: una tattica che Hillje definisce “psico-politica”. Gli esperti riconoscono che la tendenza dei giovani a sostenere l’estrema destra riguarda tutta l’Europa, ma sottolineano che non è ancora maggioritaria. Nel complesso i giovani tendono a preferire i partiti progressisti, conferma il professor Forti. “La maggioranza dei ragazzi accetta l’immigrazione, il femminismo e i diritti dei gay”, spiega. “Non è corretto dire che tutti votano per l’estrema destra”.
Tuttavia è innegabile che i populisti stanno esercitando un forte potere di attrazione, soprattutto gli ultraconservatori come l’Afd, che hanno una visione idilliaca degli anni cinquanta, considerati l’oro della stabilità politica, della famiglia tradizionale e dell’omogeneità etnica. “L’Afd dice che la Germania è sull’orlo del baratro e che solo loro sono in grado di ripristinare l’equilibrio perduto”, spiega Jannis Koltermann, giornalista della Frankfurter Allgemeine Zeitung che si è occupato della svolta a destra dei giovani. “È semplice: se non ti aspetti più nulla di buono dal futuro, perché non votare chi promette il ritorno al passato?”. ◆ as
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Questo articolo è uscito sul numero 1566 di Internazionale, a pagina 46. Compra questo numero | Abbonati