28 luglio 2015 18:27
Il presidente statunitense Barack Obama dopo il suo intervento all’Unione africana ad Addis Abeba, in Etiopia. (Jonathan Ernst, Reuters/Contrasto)

Barack Obama ha lasciato l’Etiopia dopo aver tenuto un discorso alla sede dell’Unione africana di Addis Abeba, nell’ultima tappa della sua visita di cinque giorni in Africa. È stata la prima volta di un presidente statunitense e Obama ha sfruttato l’occasione per denunciare con forza i politici africani che frenano il progresso democratico. “Nessuno dovrebbe fare il presidente a vita”, ha detto. “Non capisco perché le persone vogliano restare in carica così a lungo, soprattutto quando sono piene di soldi”.

Un passaggio dell’intervento di Barack Obama all’Unione africana

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“I leader africani che si rifiutano di lasciare il potere alla fine del loro mandato frenano il progresso democratico per tutto il continente” ha dichiarato Obama davanti alla platea di capi di stato, diplomatici e rappresentanti della società civile africana. I presidenti non devono violare le costituzioni per allungare il loro mandato, ha proseguito il presidente statunitense. Obama ha citato il caso del Burundi e di Pierre Nkurunziza, che a dispetto della costituzione che gli vietava un terzo mandato si è imposto nelle recenti elezioni come primo candidato, dopo aver scatenato un’ondata di violenze in tutto il paese.

“Quando un leader cerca di cambiare in corsa le regole del gioco per mantenere la poltrona rischia instabilità e conflitti, come abbiamo visto in Burundi. E questo è spesso solo il primo passo di un cammino pericoloso. Se sentite un leader dire “sono l’unico a poter tenere insieme questa nazione”, allora vuol dire che quel leader non è riuscito nell’intento di costruire veramente la sua nazione” ha osservato Obama, che ha poi citato anche analoghi tentativi di abusi in Congo e Ruanda.

La democrazia è molto più di un processo elettorale, ha sostenuto il leader statunitense: “Quando i giornalisti finiscono dietro le sbarre per il loro lavoro o gli attivisti sono minacciati dalla repressione dei governi contro la società civile ci sarà una democrazia di nome, ma non lo è certo nei fatti”. Obama ha poi lanciato un appello contro il “cancro della corruzione”, che secondo lui è la chiave per sbloccare il potenziale economico del continente. Infine, sulla scia di un intervento simile durante la tappa in Kenya, il presidente degli Stati Uniti ha condannato la repressione delle donne: “Il vero indicatore che ci dice se una nazione avrà o meno successo è come tratta le sue donne”.

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