28 settembre 2015 14:15

Domenica 27 settembre si sono svolte in Catalogna le elezioni regionali. I partiti favorevoli all’indipendenza della regione, – la coalizione Junts pel sí (Uniti per il sì, Jps) del presidente uscente Artur Mas e Candidatura d’unitat popular (Candidatura di unità popolare, Cup) – hanno ottenuto quasi il 48 per cento dei voti e, per via della legge elettorale, la maggioranza assoluta dei seggi del parlamento regionale (72 seggi su 135). L’affluenza alle urne ha superato il 77 per cento.

Il risultato viene interpretato in modo radicalmente diverso dai giornali spagnoli e catalani, a seconda del loro atteggiamento nei confronti del nazionalismo catalano: per alcuni si tratta di un chiaro voto a favore dell’indipendenza, per altri la maggioranza degli elettori ha espresso il desiderio che la Catalogna continui a far parte della Spagna.

Gli indipendentisti vincono le elezioni e perdono il plebiscito
El País

Il quotidiano madrileno riassume nel suo editoriale, intitolato “Sconfitta e vittoria”, l’ambivalenza del risultato elettorale, che comunque non potrà rimanere senza conseguenze:

“Nessuno può ignorare questo risultato. Tutti, anche il governo, devono reagire. Le elezioni celebrate in Catalogna sono state enormemente significative. Nonostante la confusione sul carattere della convocazione (plebiscito o elezioni) e nonostante la scarsa qualità del dibattito, il livello della partecipazione è stato straordinario, profilando un record storico per delle elezioni regionali”.

La Catalogna non vuole andarsene
ABC

“Le elezioni in Catalogna mettono Artur Mas in una specie di limbo”, sostiene il giornale di destra madrileno, secondo il quale il presidente della regione,

“nel suo viaggio verso l’indipendenza, la sua Itaca, si è imbarcato in una lista congiunta con Erc e con i gruppi filoindipendentisti e ora ha bisogno della complicità della Cup per avviare un percorso di distacco dalla Spagna. E con una legittimità più che dubbia, perché non è arrivato – insieme alla Cup – nemmeno al 50 per cento dei consensi”.

ABC, il 28 settembre 2015. (Dr)

Il sì s’impone
La Vanguardia

“Una delle principali conclusioni che si traggono dai risultati delle elezioni regionali celebrate ieri è che la società catalana è molto plurale”, scrive l’editoriale – non firmato – del quotidiano di Barcellona:

“Sei partiti diversi formeranno il nuovo parlamento. Siederanno fianco a fianco indipendentisti e difensori dello status quo o riformisti, socialisti federalisti e chi si definisce antisistema. Una polifonia di voci che definisce una società molto complessa, ma anche aperta, matura e impegnata”.

Ascolta, Europa
El Punt Avui

Per l’editorialista Ricard Palou, non c’è dubbio: il voto ha espresso “un sì incontestabile”:

“L’indipendentismo ha incassato ieri una vittoria inappellabile in una giornata storica che condizionerà il futuro della Catalogna e della sua relazione con lo stato spagnolo”.

Vittoria amara
El Periódico

Su El Periódico, il direttore Enric Hernández ritiene che si è trattato di un “chiaro trionfo” degli indipendentisti, ma osserva che Mas e i suoi hanno ottenuto un “mandato insufficiente” per portare avanti l’indipendenza:

“Con un’affluenza record, all’altezza di quella che era la posta in gioco, il blocco indipendentista si è proclamato vero vincitore delle elezioni del 27 settembre, se le analizziamo come elezioni regionali classiche. Eppure, né Artur Mas, né la sua coalizione – Junts pel Sí – né i suoi potenziali soci della Cup, concepivano il voto come delle consultazioni per rinnovare il parlamento ed eleggere il nuovo presidente, ma come un plebiscito sull’indipendenza. Da questo punto di vista, il mandato elettorale di cui dispone Junts pel Sí è a tutti gli effetti insufficiente per la grandezza dell’impegno che pretende di assolvere”.

Mas non ottiene i suoi obiettivi
La Razón

“Artur Mas non solo ha perso il suo ‘plebiscito’ forzato, ma, per di più, ha fatto affiorare una Catalogna frammentata e senza alcun progetto di governo”, ritiene Alfons Ussía. Secondo l’editorialista del quotidiano conservatore madrileno,

“la prima lettura di quello che è successo ieri nel Principato è che la coalizione separatista voluta dalla Generalitat [il governo catalano] ha perso nove seggi rispetto ai risultati che nel novembre del 2012 avevano ottenuto i due partiti che la compongono: Convergència, che si era presentata con Unió, ed Esquerra [sinistra] republicana (Erc)”.

La Razón, il 28 settembre 2015.

La maggioranza dei catalani dice no all’indipendenza
El Mundo

“La scommessa nazionalista di Artur Mas e Oriol Junqueras si è frantumata ieri nelle urne”, recita l’editoriale non firmato del giornale conservatore. Il quale osserva anche come Podemos, il partito di Pablo Iglesias, “abbia fallito in Catalogna”, ottenendo “11 seggi e meno del 9 per cento dei voti”.

“I catalani hanno evidenziato che non vogliono l’indipendenza perché la somma dei voti di Junts pel Sí e Cup non arriva al 48 per cento, una cifra che rivela che la società catalana è divisa in due e delegittima qualsiasi tentativo di secessione”.

In collaborazione con VoxEurop

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