03 novembre 2015 16:37

Il premio Goncourt 2015 è stato assegnato allo scrittore Mathias Énard per Boussole, il suo decimo romanzo, che sarà pubblicato in italiano da e/o nel 2016.

Chi è

Énard ha 43 anni, vive a Barcellona, dove insegna arabo, e insieme ad altri ha fondato la galleria d’arte contemporanea Scrawitch, a Parigi. Ha esordito nel 2003 con La perfection du tir, un romanzo scritto dal punto di vista di un cecchino in un paese di guerra ispirato al Libano. In Italia sono già stati pubblicati da Rizzoli Zona (2011), Via dei ladri (2013), Parlami di battaglie, di re e di elefanti (2013) – tradotti da Yasmina Mélaouah.

Zona

Zona è il romanzo che ha ricevuto più attenzione da parte di lettori e critica. Uscito in Francia nel 2008, è composto da un’unica frase che costituisce quasi per intero il libro, e racconta il viaggio in treno da Milano a Roma di un uomo che ha vissuto la guerra in ex Jugoslavia come agente segreto.

Dedicato ai siriani

Boussole racconta la notte insonne di Franz Ritter, un musicologo viennese che ripensa alla sua vita e alle sue ossessioni, tra cui l’amore non corrisposto per Sarah, sua collega all’università e compagna di viaggi. Ritter studia gli intrecci tra musica occidentale e orientale, e questo interesse si rispecchia nelle città che fanno da sfondo alla narrazione: da Istanbul a Teheran, da Damasco ad Aleppo. È un romanzo malinconico, influenzato dalla guerra in Siria. Ed è ai siriani che Énard ha dedicato il libro.

Gli altri romanzi finalisti

I finalisti dell’edizione del 2015, oltre a Boussole, erano: Les Prépondérants di Hédi Kaddour e Ce pays qui te ressemble di Tobie Nathan, entrambi ambientati in nord Africa; e Titus n’aimait pas Bérénice, di Nathalie Azoulai.

Il premio

Voluto dallo scrittore Edmond de Goncourt, il premio è assegnato dall’Académie Goncourt fin dal 1903 a un’opera di narrativa in francese pubblicata nell’anno in corso. Dal 1920 i dieci esponenti della giuria, nominati a vita, si riuniscono ogni primo martedì del mese al ristorante parigino Drouant e assegnano il premio alla fine di un pranzo. La regola più famosa è che non possa essere assegnato due volte alla stessa persona, anche se nel 1975 Romain Gary, già vincitore nel 1956 con Le radici del cielo, lo vinse con La vita davanti a sé, pubblicato con lo pseudonimo Émile Ajar. Il premio in denaro è simbolico e ammonta a 10 euro.

Il premio Renaudot

Dal 1926, in contemporanea con il Goncourt, viene assegnato da dieci giornalisti e critici letterari il premio Renaudot (dal nome del medico e giornalista seicentesco Théophraste Renaudot). La giuria del Renaudot si riunisce sempre al ristorante Drouant e delibera quando viene reso noto il vincitore del Goncourt. Quest’anno ha vinto la scrittrice Delphine de Vigan con il romanzo autobiografico D’après une histoire vraie. In Italia sono stati pubblicati da Mondadori quattro dei suoi romanzi: Gli effetti secondari dei sogni (2009), Niente si oppone alla notte (2012), Le ore sotterranee (2012), e Giorni senza fame (2014).

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