14 dicembre 2015 12:45

All’indomani del secondo turno delle elezioni regionali, dove gli elettori hanno sbarrato la strada al Front national di Marine Le Pen, i giornali francesi mettono in guardia contro la tentazione di tornare al “business as usual” da parte dei partiti tradizionali e chiedono un vero risveglio democratico.

Da un turno all’altro
Le Figaro
“Non bisogna fidarsi dei risultati del primo turno che gli elettori, a volte, si divertono a smentire!”, afferma nel suo editoriale Alexis Brezet, caporedattore del quotidiano conservatore, “otto giorni fa, si parlava solo dell’avanzata – molto reale – del Front national e della minaccia che faceva pesare sui repubblicani e sui socialisti. Per finire, dopo una crescita inedita dell’affluenza, la destra vince, i socialisti resistono ed è il Front national a essere battuto ovunque. Sic transit…La destra e la sinistra non dovrebbero pavoneggiarsi e tornare ai loro affari come se niente fosse. L’Fn non è scomparso, anzi, e la rabbia del popolo nemmeno”.

Le Figaro, il 14 dicembre 2015.

Non sconfitta
Libération
Per il direttore del giornale, Laurent Joffrin, “di fronte al pericolo gli elettori democratici sono andati oltre la loro indifferenza, delusione o rabbia, per opporre al Front national uno sbarramento democratico che ha privato il partito dei successi sperati. […] Queste elezioni regionali dovevano sotterrare la sinistra, che però è ancora viva. Tanto più che la destra, malgrado le regioni conquistate, tentenna, incerta sulla strategia, il programma, il leader. Ma non c’è certo di che vantarsi. Se un successo c’è stato, è puramente difensivo. Questa vittoria è soprattutto una non sconfitta. È stata la paura dell’estrema destra a mobilitare la sinistra, non l’adesione del programma politico. […] Arriverà il momento in cui gli elettori, davvero indulgenti in questo scrutinio, avranno finito le scorte di bontà”.

Libération, il 14 dicembre 2015.

Perché l’Fn esce rafforzato dalle elezioni regionali
Les Echos
“La stampa e i responsabili politici hanno ragione a non dormire sugli allori della loro vittoria contro il Front national”, scrive il quotidiano economico. Infatti, secondo il giornale, “anche se il partito di Marine Le Pen non ha ottenuto nessuna presidenza di regione, prosegue la sua ascesa elezione dopo elezione”. I 358 consiglieri regionali ottenuti (il triplo rispetto alle regionali del 2010) “vanno ad aggiungersi ai 62 consiglieri provinciali eletti a marzo. La formazione di una generazione di quadri politici fa chiaramente parte della strategia dell’Fn, che patisce ancora di una certa mancanza di professionisti necessari per nominare dei candidati competenti nelle diverse elezioni. Se anche l’Fn non ha ottenuto nessuna presidenza di regione, esce una nuova volta incontestabilmente rafforzato da questo scrutinio”.

Agire prima della catastrofe
Le Monde
Sostiene Jérôme Fenoglio che “il rifiuto è arrivato dopo il rigetto: gli elettori dei partiti tradizionali, di destra e di sinistra, hanno ancora una volta unito i loro voti per resistere a una formazione di estrema destra che prospera confondendole apposta e denigrandole in blocco”. Per il direttore di Le Monde, il comportamento dei dirigenti dei partiti tradizionali all’indomani del primo turno fa pensare che “per la maggioranza del personale politico la tentazione di tornare al ‘business as usual’ in previsione delle presidenziali” sia molto forte. Eppure, mette in guardia Le Monde, “le elezioni che si succedono non smettono di dimostrarlo: questo finirà per provocare, prima o poi, una catastrofe”. Per questo, si legge nell’editoriale, “mentre usciamo da un disastroso 2015, il nostro paese non può non compiere un profondo rinnovamento della sua vita politica. La campagna per le presidenziali del 2017 deve esserne il laboratorio”.

Le Monde, il 14 dicembre 2015.

Il rischio del sollievo
La Croix
“Un rischio immediato è stato evitato. Ma se non ci si pongono serie domande per quanto riguarda il futuro, si sarà soltanto rinviata la scadenza”, scrive Guillaume Goubert, secondo il quale “se non si risponderà alle preoccupazioni dei francesi, il Front national continuerà a crescere fino alla prossima scadenza, quella delle presidenziali. I suoi dirigenti possono stare tranquilli: la strategia del ‘soli contro tutti’ ha dato loro, voto dopo voto, una progressione costante. Gli altri partiti saranno capaci di rimettersi in gioco? Qualcosa li spinge a farlo: sia il Partito socialista che i repubblicani escono profondamente scossi da questo voto. […] È ora per gli uni e gli altri di dar prova di umiltà e di mettersi al lavoro per ritessere il legame di fiducia con gli elettori”.

Aspettando il 2017
Le Parisien
“Ieri i francesi si sono presi la loro responsabilità: sono andati a votare, in massa. Ci si aspetta dai politici che prendano la propria, riconciliandosi con il popolo”, afferma Jean-Marie Montali. Per l’editorialista del quotidiano parigino devono per questo “smettere di gridare al lupo lepenista e opporre all’estrema destra un vero programma democratico che si faccia finalmente sentire. Perché l’unica cosa che può frenare l’Fn è la discussione, il confronto delle idee, non certo il disprezzo per gli elettori, che si sentono abbandonati da una destra e da una sinistra che non li capiscono da tempo. Ieri l’Fn è inciampato. Ma per gli altri, aspettando il 2017, si tratta solo di una mezza vittoria”.

Una lezione per il 2017
L’Opinion
Per il direttore Nicolas Beytout, domenica sera “la Francia è entrata nell’ultimo rettilineo prima del grande appuntamento del 2017”, quando si svolgeranno le presidenziali. “Una corsa”, sottolinea Beytout, “che sarà segnata da tre grandi lezioni che si possono trarre fin d’ora dal voto regionale”: Prima lezione: “il Front national ormai è capace di vincere al primo turno, ma perde sempre al secondo”. Seconda lezione: “benché abbia subito una pesante sconfitta, il Partito socialista ha dato prova di vera resistenza”. Terza lezione: “la destra, che cancella la sconfitta del 2010, è lungi dal trionfare e non può sperare di vincere le prossime elezioni basandosi solo sul rifiuto dell’avversario socialista. Ormai è il Front national a raccogliere la rabbia provocata dai fallimenti del governo”.

Questa rassegna stampa è in collaborazione con VoxEurop.

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