È stato un referendum osservato con notevole interesse da molti comuni e province d’Europa. A Malles, in val Venosta, il 75 per cento degli aventi diritto ha votato per un divieto dei pesticidi chimici. Nell’idilliaco paese di cinquemila abitanti, lungo l’antica via Claudia Augusta, il referendum ha causato una sorta di guerra strisciante tra i due fronti.
Racconta il farmacista Johannes Fragner, uno dei promotori: “Sono cominciate le aggressioni verbali, poi sono arrivati i danni ai giardini e alle tombe di famiglia e le diffamazioni. Tutto è stato segnalato ai carabinieri, che ci hanno tutelato anche con pattuglie notturne”.
Già da parecchi anni, in alta val Venosta, un gruppo di ambientalisti critica l’inarrestabile avanzata della monocoltura delle mele e si batte per la riduzione dell’uso della chimica nei frutteti della zona. I pesticidi hanno messo in difficoltà parecchie aziende biologiche, il cui fieno risultava contaminato dai trattamenti praticati nei frutteti limitrofi. Spesso la forte tramontana della piana di Malles sposta le nuvole velenose tra i filari sui terreni attigui. In un campione di fieno prelevato a pochi metri da una scuola elementare sono stati trovati residui di nove sostanze fungicide e insetticide velenose. Nel 2013 i promotori del comitato “Malles, comune libero da pesticidi” hanno raccolto 500 firme per inserire nello statuto del comune un articolo sul principio di precauzione per la tutela della salute dei cittadini e la gestione sostenibile dell’ambiente.
Il referendum ha scatenato l’allarme di chi invece sostiene la validità dell’uso di questi prodotti. Il Bauernbund, la potente coldiretti altoatesina, ha aperto un fuoco di sbarramento. La provincia ha varato in grande fretta un pacchetto di misure preventive sull’impiego di pesticidi in agricoltura. Un gruppo di avvocati si è offerto di impugnare la legittimità della consultazione popolare. Tutto invano.
Il 6 settembre, alla chiusura delle urne, i promotori hanno potuto festeggiare il loro netto successo. Ma hanno preferito tendere la mano agli avversari : “Siamo pronti a dialogare.” Molti considerano il referendum come un punto di svolta per l’agricoltura dell’arco alpino. Gli europarlamentari cinquestelle Borelli, Zullo ed Evi da Bruxelles sono andati a Malles per un sopralluogo: “È un esempio da studiare e replicare.”
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