31 agosto 2012 14:11

È passato il primo vero film in concorso dopo lo specchietto per le allodole [del giorno di apertura][1]. Ed è “something completely different”, come dicevano i Monty Python.

Qualcuno forse si ricorderà il film che vinse, in sordina, la prima edizione del Festival di Roma nel 2006, [Playing the victim][2]. Beh, Izmena (Tradimento) è dello stesso regista, il russo Kirill Serebrennikov. Ma si vede che il ragazzo ha fatto grandi passi avanti nel frattempo, anche se le due opere condividono certi temi. Ad esempio vari modi in cui la vita vissuta e la vita narrata si possono intersecare.

Infatti la scena più bella del film, in realtà uno dei momenti di cinema più originali e sorprendenti che abbia visto quest’anno, c’è quando la protagonista, una cardiologa apparentemente dura ma sotto sotto fragile, scappa via dall’uomo che le ispira una passione destabilizzante e si perde in una grande foresta. A un certo punto trova una busta di plastica, di quelle che si usano per l’immondizia, nascosta nel terriccio. La estrae, tira fuori dei vestiti, si sveste e si cambia.

Nella scena seguente la vediamo in macchina con un altro uomo, con addosso gli stessi vestiti che aveva trovato nella foresta. Veniamo a sapere che l’uomo è il suo nuovo marito e che abbiamo fatto un salto avanti di cinque anni. Ma è solo molto dopo, quando mi trovo a discutere il film con amici, che capisco il significato della scena.

È la transizione fra il secondo e il terzo atto del film. La foresta è il sipario di un teatro dove la protagonista è andata a cambiarsi. Per lei, infatti, la vita è diventata una specie di recita.

Tradimento è un noir metafisico e gelidamente nordico, come se all’Ingmar Bergman di Persona fosse venuto in mente di rifare La fiamma del peccato. Quello che i guru della sceneggiatura chiamano il punto di attacco, la molla che fa partire l’azione, è bello quanto la scena nella foresta.

Un uomo va dalla cardiologa di cui parlavamo (che non conosce) per un controllo di routine. “Lei sta bene”, gli dice lei dopo averlo ascoltato, “ma io no. Mio marito mi tradisce con un’altra donna”. “Mi dispiace”, dice l’uomo. Ma si sente dal suo tono di circostanza che non gliene frega un granché. Poi la cardiologa lo gela: “Mi tradisce con sua moglie”.

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Come minimo, e lo dico nella piena consapevolezza che questo è solo il primo dei diciotto film che passeranno in concorso, Tradimento dovrebbe ottenere una Coppa Volpi per l’interpretazione dell’attrice tedesca Franziska Petri nel ruolo della protagonista (come per tutti i personaggi del film, non sapremo mai il suo nome). Si cala nelle contraddizioni interne del personaggio in un modo che fa quasi paura.

Spero che farà paura anche il mio secondo video omaggio, in diretta dal Lido, al cinema italiano. Si chiama Il sorpasso (in bici) .

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