23 giugno 2011 00:00

L’Italia è seconda al mondo per installazione di impianti fotovoltaici, in grado di produrre una potenza di 6.300 megawatt. Nei settori idro e geoelettrico siamo al primo posto, mentre nell’eolico siamo sesti, con 5.800 megawatt in funzione. Nelle rinnovabili termiche siamo secondi in Europa con 2,5 milioni di metri quadrati di solare. Sembra che dopo un semiletargo ventennale siamo tornati protagonisti delle energie verdi. Non possiamo dire altrettanto sul versante della ricerca e della produzione delle tecnologie.

Il risultato del referendum che ha respinto il nucleare trova un paese senza una strategia energetica di medio e lungo periodo. Come spiega Gianni Silvestrini su lavoce.info, serve una seria discussione sul tema, come già succede in Gran Bretagna e in Germania, che cercano di essere protagonisti nella rivoluzione energetica in corso. Oggi in Italia manca una visione che guidi le grandi scelte energetiche. Purtroppo, la riflessione sugli incentivi, sulla ricerca e sulla produzione delle rinnovabili è guidata solo dalla necessità di rispettare gli impegni europei.

Al parlamento tedesco la commissione consultiva sull’ambiente ha pubblicato un rapporto in cui si spiega come sia tecnicamente ed economicamente realizzabile la possibilità di soddisfare tutta la domanda elettrica della Germania con energia verde entro quarant’anni. In Italia dobbiamo porci gli stessi interrogativi, valutare gli scenari possibili e poi agire coerentemente nella trasformazione del nostro quadro energetico. A maggior ragione dopo il referendum.

Internazionale, numero 903, 24 giugno 2011

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