Una delle migliori performance del 2020 arriva dall’attore israeliano Shai Avivi nei panni di Aharon, un padre che ha messo in pausa la sua vita per prendersi cura del figlio autistico Uri (Noam Imber). La loro vita insieme è fatta di ritmi lenti, almeno a prima vista caratterizzata da un dolce spirito di squadra. Ma il precario equilibrio necessario per impedire a Uri di soccombere alla malattia sta consumando ogni cosa e ad Aharon è costato già il matrimonio e una carriera da illustratore di successo. Uri è ormai un uomo e sua madre insiste per metterlo in una struttura in cui possa essere assistito giorno e notte. Convinto però che il figlio non sia pronto per lasciare la loro casa, Aharon intraprende con lui un viaggio. Ricco di sensibilità e di calore, questo tenero dramma familiare rivela gradualmente il fatto che Aharon dipende dalla relazione padre-figlio almeno quanto Uri.
Wendi Ide, The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1459 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati