◆ Le temperature estreme e la siccità che hanno colpito la Cina meridionale hanno reso la vita difficile anche agli automobilisti. In condizioni normali la provincia del Sichuan produce l’81 per cento dell’elettricità con impianti idroelettrici. Ma la siccità ha fatto diminuire la produzione, costringendo le autorità a razionare le forniture, tra cui quelle per la ricarica delle auto elettriche. Risultato: stazioni di rifornimento chiuse, ricariche solo di notte, file davanti alle colonnine, mentre i proprietari di auto ibride sono tornati ai carburanti tradizionali.

Il problema, scrive la Mit Technology Review, è che le auto elettriche sono molto diffuse in Cina, ma l’infrastruttura per il rifornimento non è ancora abbastanza sviluppata. Inoltre, poche persone hanno la possibilità di ricaricare l’auto a casa, soprattutto in città. Tuttavia, secondo gli esperti, queste difficoltà non influiranno sulla vendita dei veicoli. Potrebbero però portare alla diversificazione della produzione elettrica, usando anche il solare e l’eolico, e a nuove strategie per la ricarica.

A Taiwan, per esempio, è operativo un servizio di fornitura di batterie cariche per gli scooter elettrici: grazie alla standardizzazione, invece di ricaricarla, si può sostituire la batteria esaurita del proprio mezzo, scrive l’Economist. Una soluzione simile è allo studio in Giappone per i furgoni usati per le consegne. Intanto, la California ha annunciato che dal 2035 le nuove auto saranno solo elettriche o a idrogeno.

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Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 110. Compra questo numero | Abbonati