New York è da sempre la casa di giovani incompresi, strani ma naturalmente cool. E all’inizio del nuovo millennio questo si è manifestato nell’esplosione del revival post-punk, con alcuni gruppi che riproponevano in chiave pop sonorità garage e new wave: gli Interpol, gli Strokes, i Tv on the Radio e appunto, i Yeah Yeah Yeahs, che hanno passato gli ultimi vent’anni a fare pop rock da ballare, trascinati dalla loro carismatica cantante, Karen O. A giugno il singolo Spitting off the edge of the world li ha riportati in pista dopo nove anni di silenzio, per anticipare il nuovo album Cool it down. Il brano cattura in un crescendo emotivo i pericoli di un presente segnato dai cambiamenti climatici. Il testo è una conversazione tra madre e figlio sul mondo che lui sta ereditando. Il tema è sostenuto da echi e da sintetizzatori che evocano resistenza e disperazione. Se i precedenti lavori erano costruiti sulla velocità e l’eccitazione, in Cool it down gli strumenti incarnano un’energia tossica a sostegno di testi disperati. Una risposta comprensibile a tutto quello che è successo negli ultimi anni e soprattutto un bel viaggio attraverso l’inferno incombente.
Samantha Lopez, Paste Magazine

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati