La decisione dei paesi del G7 di mettere un tetto di sessanta dollari al barile al prezzo del greggio russo, unita all’embargo totale voluto dall’Unione europea, sembra dare i risultati voluti: sta riducendo le entrate del Cremlino senza soffocare l’offerta globale di petrolio e farne salire troppo il prezzo, scrive il Wall Street Journal. Questo almeno confermano i primi dati sulle esportazioni energetiche russe e sui prezzi fissati da Mosca. Lo stesso annuncio del Cremlino del taglio del 5 per cento alla produzione di greggio, suggeriscono gli analisti, è una mossa per far salire i prezzi, ma anche un segnale che la Russia ha difficoltà a trovare compratori.

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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati