Sedaris vive nel West Sussex ma ha trascorso il periodo del lockdown a New York. In questo libro di memorie racconta la sua esperienza d’isolamento con la sua consueta miscela di autoironia e affabile misantropia. Si diletta nel banale, trattando temi come gli oroscopi, il segreto della longevità delle relazioni, le assurdità del linguaggio eufemistico e gli effetti – nonché i costi esorbitanti – della chirurgia dentale. L’attenzione si sposta di tanto in tanto su argomenti più cupi, in particolare sulla morte del padre di 98 anni. Personaggio in precedenza un po’ prepotente, Lou Sedaris si era trasformato negli ultimi mesi in “uno gnomo gentile”, spingendo il figlio a chiedersi se “l’uomo tenero e allegro che ho visto quel pomeriggio nella casa di riposo Spring­moor fosse lì da sempre, soffocato da strati di rabbia e impazienza”. Sedaris non si presenta sempre in buona luce in questo libro. Può essere anche meschino e amaro, ma è in parte grazie a questi difetti che le persone si relazionano con lui.
Houman Barekat, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1505 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati