Le boygenius sono un sogno per i fan dell’indie rock contemporaneo, perché mettono insieme tre icone di questo genere: Lucy Dacus, Julien Baker e Phoebe Bridgers. Ognuna di loro è una forza a sé, ma come trio tirano fuori il meglio e mettono in moto un’alchimia speciale, qualcosa di elettrico. Il gruppo si è già sottoposto a un test con l’ep omonimo del 2018, che ci ha lasciato con la voglia di nuovo materiale. Finalmente le boygenius sono tornate per un album vero e proprio, che mette in luce tutte le potenzialità di queste giovani musiciste. The record è tutto quello che dovrebbe essere un disco di debutto: un viaggio esplosivo e pieno di sentimento. Ognuna di queste dodici canzoni arriva quasi in maniera inaspettata; dall’apertura a cappella di Without you with­out them ad anti canzoni d’amore (We’re in love e Revolution 0) fino a pezzoni come $20 e Satanist. C’è un’energia incontenibile, un fatto sicuramente inevitabile quando cantautrici di così grande talento lavorano insieme. Con in testa il folk di Simon & Garfunkel, Cool about it rappresenta il potere collettivo di una band da cui emergono tre voci distinte, portatrici di storie dolorose che si evolvono verso una conclusione di devastante bellezza. E infatti l’ultimo pezzo, Letter to an old poet, è il momento catartico, in cui si chiude il cerchio ma resta lo spazio per un finale aperto. I più ottimisti tra noi sperano che non sarà l’ultima volta che sentiremo parlare delle boygenius.
Katie Cutforth, The Skinny

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati