Più di un secolo di musica a programma scritta da donne. Nel suo poema sinfonico del 1883 Andromède, Augusta Holmès racconta il salvataggio della “vergine dal cuore puro” con armonie wagneriane. Mel Bonis dà alle sue Femmes de légendes (1909) un clima diverso: Ophélie, Cléopatre e Salomé sono pezzi brevi, cesellati con cura e con una sfumatura delicatamente impressionista, spesso orientalizzante. Il dittico del 1918 di Lili Boulanger è uno scherzo alla Debussy nel quale si alternano episodi leggeri, una tristezza misteriosa e una pagina raveliana aspramente lugubre. Con Betsy Jolas l’ascoltatore fa un salto di un secolo: in questa Little summer suite (2015) la trasparenza del suono e della materia, e la straordinaria economia di mezzi creano dodici minuti quintessenziali. David Reiland coglie con arte consumata la varietà delle scritture e trova dappertutto il giusto equilibrio.
Anne Ibos-Augé, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1507 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati