Volete sentire il Don Giovanni senza cantanti e orchestra? Ecco la soluzione: Georges Bizet trascrisse tutta l’opera per pianoforte solo, su richiesta di un editore che pubblicò la partitura nel 1866. La sua riscrittura dell’opera di Mozart è sempre idiomatica. Era stata dimenticata da tutti, ma non dal più instancabile appassionato di trascrizioni pianistiche del mondo, Cyprien Katsaris. Ci basterebbe che suonasse tutte le note e riuscisse a farsi largo nelle tessiture orchestrali e vocali. Ma il pianista francese è un virtuoso, e fa molto di più. La sua articolazione e il suo cantabile sono di una varietà di sfumature infinita, e ricreano il dramma e la natura dell’opera. Basta notare le due linee vocali del duetto Là ci darem la mano, con timbri diversi e personali; l’equilibrio delle voci nel lungo sestetto Sola sola in buio loco, preciso come se fosse una fuga di Bach; e il fantasioso tremolo che ravviva le fiamme infernali all’assalto del protagonista nel finale del secondo atto. È un’occasione irripetibile: non aspettatevi di sentire il Don Giovanni di Mozart/Bizet suonato meglio (anzi, non aspettatevi proprio di trovare qualcun altro che lo suoni). Ora sarebbe bello che Katsaris cercasse un collega per darci anche il Barbiere di Siviglia trascritto da Schönberg per due pianoforti.
Jed Distler, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1510 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati