Mitridate, re di Ponto è la prima opera seria di Mozart, composta a Milano quando aveva 14 anni su libretto di Metastasio. È strapiena di recitativi per l’azione e di arie per le emozioni, e anche un’esecuzione bella come questa può essere faticosa. La trama è contorta: meglio se ascoltate una volta tutta l’opera con il libretto in mano, e poi tornate alle vostre arie preferite. È la scrittura vocale e l’orchestrazione, sempre molto varia, che cattura l’ascoltatore. Si rimane stupiti di come Mozart riesce a creare momenti che non sono semplici pezzi spettacolari, ma sfrutta ogni occasione per creare un piccolo mondo diverso dal precedente. Nel ruolo di Mitridate abbiamo il baritenore Michael Spyres. La voce è forte e cupa nella sua ottava inferiore, ricca e colorata nella parte centrale, e squillante e tenorile nelle gloriose note alte, che sono molte. Rende il monarca travagliato un vero personaggio. Aspasia è un soprano di coloratura, e Julie Fuchs ha tutte le carte in regola. Sabine Devieilhe nei panni di Ismene irradia purezza e bellezza. Marc Minkowski e il suo gruppo, Les Musiciens du Louvre, suonano con precisione, attacchi puliti e tono raffinato. E il direttore infonde nell’opera un’energia irresistibile.
Robert Levine, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati