Houria prova Il lago dei cigni su un tetto da cui si sente il richiamo alla preghiera, prima d’incontrare altre ballerine e sfogarsi sulle note di Single ladies di Beyoncé. Già da questa sequenza iniziale, Mounia Meddour rende esplicita la sua volontà di mettere insieme elementi eterogenei e tutto risulta inevitabilmente frammentario. Proprio come le giornate di Houria tra le prove, il lavoro come cameriera in un hotel, le notti a scommettere sui combattimenti illegali tra arieti. I frammenti saltano fuori dallo scontro quotidiano tra talento e vincoli sociali, ispirazione e precarietà, presente di corpi danzanti ed eredità del passato algerino. Un’aggressione subita da Houria finisce per spezzare questa frammentazione e Lyna Khoudri centra una rara armonia che rimette insieme tutti i pezzi. Le sue abilità come ballerina e le sue capacità come attrice si mescolano in un unico e misterioso talento: riuscire a far brillare tutto quello che la circonda senza fare praticamente nulla.
Fernando Ganzo, Cahiers du Cinéma

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Questo articolo è uscito sul numero 1517 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati