João Rocha sa che per molte persone nel mondo la musica brasiliana migliore è quella di cinquant’anni fa. La música popular brasileira e il movimento tropicália della fine degli anni sessanta e settanta trasformarono musicisti come Caetano Veloso, Gilberto Gil e Os Mutantes in grandi star, mostrando il paese con colori vivaci e amichevoli. Per Rocha, però, quella musica dice poco della sua esperienza personale. “Pensiamo ad Antônio Jobim e João Gilberto, alla bossa nova. Adoro queste persone, suono la loro musica da molto tempo, ma non è quello di cui abbiamo bisogno oggi. Non riflette la situazione in cui viviamo. È una specie di fantasia, ma non possiamo vivere solo di questo”. Rocha si assume la responsabilità di ristabilire l’equilibrio nel suo nuovo album, tds bem Global, registrato con il nome d’arte di dadá Joãozinho. L’album esprime l’urgenza di una nuova generazione di brasiliani che ha ereditato un paese politicamente devastato, e dove le opportunità e l’ottimismo sono preziosi. Dalla rumorosa e inquieta energia notturna di Cuidado! fino all’avvincente Sem limitessss, intrisa di trap, il disco viene direttamente dalle strade di São Paulo, e si porta dietro tutto il loro conflitto, l’adrenalina e il tumulto. Nell’ultimo lavoro di Rocha ci sono echi provenienti da tutta la storia della musica – dal dub reggae al punk, dalla samba al baile funk – ma il risultato finale è assolutamente contemporaneo.
Max Pilley,
Bandcamp Daily

João Rocha (Maria Zabenzi)

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Questo articolo è uscito sul numero 1528 di Internazionale, a pagina 78. Compra questo numero | Abbonati