◆ La foresta amazzonica potrebbe raggiungere il punto di non ritorno già nel 2050, scrive la rivista Nature. A partire da metà secolo, tra il 10 e il 47 per cento della foresta pluviale potrebbe trasformarsi in un altro tipo di ecosistema, con conseguenze imprevedibili. Gli scenari delineati hanno però un ampio margine di incertezza.

La foresta amazzonica contribuisce a circa metà delle piogge nella regione. Inoltre ospita più del 10 per cento della biodiversità del pianeta, immagazzina grandi quantità di carbonio e contribuisce a stabilizzare il clima globale. Un gruppo di ricerca internazionale ha analizzato lo stress idrico che colpisce la regione e le sue cause, prima tra tutte l’aumento delle temperature legato al cambiamento climatico. Gli autori hanno identificato i fattori di rischio, come gli episodi di siccità estrema, gli incendi e la presenza di strade, ma anche quelli protettivi, come i parchi naturali e le comunità indigene.

Lo studio si è basato su dati storici, osservazioni dirette e proiezioni. La foresta è stata suddivisa in aree in base alle condizioni ecologiche, climatiche e antropiche, e ai diversi fattori di disturbo. In questo modo è stata tracciata una mappa delle zone più vulnerabili, che si concentrano soprattutto nella parte meridionale e centrale e in una regione a nordest. Queste informazioni potrebbero essere usate a livello locale per limitare gli elementi di disturbo, ma resta necessario combattere il cambiamento climatico a livello globale.

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 98. Compra questo numero | Abbonati