La febbre dengue è una malattia tropicale, causata da un virus, che si trasmette agli esseri umani attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, soprattutto della specie Aedes aegypti. È endemica nelle regioni tropicali e subtropicali, cioè è sempre presente in queste fasce climatiche, visto che gli insetti che la trasmettono non riescono a sopravvivere alle temperature invernali delle zone temperate. Negli ultimi mesi il numero dei casi di dengue è aumentato molto in America Latina. Soprattutto in Brasile, che secondo il ministero della salute nel 2024 potrebbe essere investito da un’ondata che oscilla tra i 4,2 e i 5 milioni di infezioni. Anche l’Argentina ha registrato numeri superiori alla media, con 40mila casi tra la metà del 2023 e l’inizio di febbraio del 2024, e 29 morti. Secondo gli esperti ci sono vari fattori che stanno favorendo l’epidemia, tra cui il fenomeno meteorologico ricorrente chiamato El Niño, che provoca un forte riscaldamento delle acque superficiali dell’oceano Pacifico centro-meridionale e orientale, influenzando il clima di tutta l’America Latina, e non solo. Un altro fattore è, in generale, il cambiamento climatico, che con l’aumento delle temperature favorisce la diffusione delle zanzare. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il virus della dengue, che si stima causi tra i 100 e i 400 milioni di infezioni all’anno, sta rapidamente diventando un problema sanitario globale.

Nel 2023 la fotografa argentina Irina Werning ha documentato i metodi usati nel suo paese per prevenire e controllare i contagi, e la diffusione e riproduzione delle zanzare che trasmettono il virus. Tra queste strategie ci sono anche i vaccini. Il più recente ed efficace sembrerebbe quello sviluppato da un’azienda farmaceutica giapponese, la Takeda, che nel 2022 è stato autorizzato nell’Unione europea e in Italia. È usato anche in Brasile e in Argentina, ma al momento il numero di dosi disponibili è scarso, quindi le autorità sanitarie hanno deciso di dare la precedenza ad alcune categorie. ◆

Irina Werning è una fotografa argentina che vive a Buenos Aires. Questo lavoro è stato prodotto in collaborazione con il Pulitzer center.

Durante una disinfestazione. Questo intervento permette di eliminare solo il 20 per cento delle zanzare adulte.
Milo e Lara, di 13 e 15 anni, hanno contratto una forma lieve di dengue. Si proteggono con una zanzariera per evitare di essere punti e contagiare altre persone. A sinistra, la madre, Veronica.
Aldana è un biologo del centro studi di Buenos Aires sulle zanzare. La ricerca a cui lavora consiste nel collocare barattoli neri pieni d’acqua in duecento punti della città. Ogni settimana i barattoli sono esaminati al microscopio per determinare il numero di larve che si sono schiuse. Il monitoraggio ha rivelato che la zanzara Aedes aegypti si sta adattando a temperature più basse, quindi in futuro le regioni europee potrebbero sperimentare la comparsa di malattie trasmesse da questa specie.
Larve di zanzare femmine separate dai maschi attraverso un procedimento manuale in cui si usa l’acqua. Le femmine sono in genere di dimensioni più grandi.
Zanzare Aedes aegypti sottoposte a radiazioni in un laboratorio. Il processo si usa per sterilizzare gli esemplari maschi, che sono marcati con una polvere fluorescente e poi rilasciati nel loro habitat e ricatturati per capire quanto vivono. La quantità di radiazioni è superiore a ottanta volte la dose letale per un essere umano.
Dante, 23 anni, posa con il suo diario scritto nel periodo in cui è stato ricoverato per un’epatite mentre aveva contratto la dengue. “Vorrei vaccinarmi, ma è troppo costoso”, dice.
Rimedi contro le zanzare. Il budget annuale che le persone spendono nel mondo per difendersi dalle zanzare supera gli undici miliardi di dollari e continua ad aumentare.
La pelle di una donna punta dalle zanzare. Solo gli esemplari femmina pungono perché hanno bisogno di sangue per produrre le uova. Mentre si nutrono, iniettano la loro saliva nella pelle, provocando irritazioni e prurito.
Diego, 30 anni, è un biologo che lavora nel centro studi di Buenos Aires sulle zanzare. Il centro organizza corsi nelle comunità per promuovere la prevenzione contro i contagi, per esempio, eliminando i siti di riproduzione degli insetti, come l’acqua stagnante in contenitori e pneumatici.
Nina, 19 anni. Dopo aver contratto la dengue ci ha messo mesi per recuperare del tutto le forze; accusava stanchezza e depressione.
Santi, 15 anni, ha avuto la dengue nel 2020. La madre Gabriela è preoccupata: “Sto cercando di risparmiare per vaccinarlo. Non posso permettermelo per tutta la famiglia, ma per lui è fondamentale, perché è più a rischio. Le seconde infezioni di dengue aumentano le possibilità di contrarre la forma grave”. La dengue provoca disturbi simili all’influenza, con febbre e dolori. Può anche essere asintomatica, ma in rari casi, nelle forme più gravi, può essere mortale.

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Questo articolo è uscito sul numero 1551 di Internazionale, a pagina 64. Compra questo numero | Abbonati