“Nessuno dovrebbe essere in prigione per aver divulgato la verità”: era uno degli slogan della protesta davanti all’alta corte di Londra in cui si è svolto il processo d’appello contro la richiesta di estradizione del giornalista e attivista australiano Julian Assange negli Stati Uniti. Assange, attraverso la sua organizzazione WikiLeaks, nel 2010 rivelò le violazioni dei diritti umani commesse dagli statunitensi nelle guerre in Iraq e Afghanistan e i dubbi di Washington sui governi di alcuni paesi alleati. Gli Stati Uniti lo accusano di spionaggio per aver diffuso segreti militari e diplomatici. La decisione dei giudici britannici sarà resa nota nei prossimi giorni.