Di tutti i nuovi episodi della serie di Ghostbusters, questo ambientato a New York è il più vicino all’originale, sia nella storia sia nel tono. La trama è praticamente un copia e incolla dei primi film. Una pericolosa entità si scatena su Manhattan, in questo caso un dio cornuto proveniente dall’Asia centrale. Si apre una spaccatura dimensionale che minaccia l’esistenza stessa della civiltà e l’epilogo dipende da un personaggio inconsapevole, Nadeem (Kumail Nanjiani), che scopre il suo destino per puro caso. Il capitolo precedente, Afterlife, aveva introdotto dei giovani eredi di Egon Spengler (interpretato da Harold Ramis nei film originali). Al personaggio di Phoebe (Mckenna Grace) è dato più spazio, e riesce a offrire una visione interessante e spigolosa dell’adolescente outsider. Invece Finn Wolfhard, che interpreta Trevor, è decisamente sottoutilizzato. In generale il film è anche piacevole, ma decisamente poco originale.
Wendy Ide, The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1558 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati