◆ Nell’ottobre 2023 l’uragano Otis ha colpito la costa occidentale del Messico con grande violenza, devastando la città di Acapulco. Il disastro ha messo in evidenza la scarsa preparazione a livello locale. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale, Otis è stata la tempesta più forte della stagione. Quando ha toccato la costa aveva le caratteristiche di un uragano di forza cinque, con venti a 260 chilometri orari. Ad Acapulco sono morte 51 persone e 34 sono risultate disperse. I danni hanno raggiunto i 3,2 miliardi di dollari. In seguito al disastro, la rete messicana di scienziati per il clima (Redcic) ha formulato le priorità per affrontare i rischi legati al clima. In un commento pubblicato su Nature, i ricercatori espongono le loro raccomandazioni. La prima è investire di più nello sviluppo delle previsioni meteorologiche. L’evoluzione di Otis ha sorpreso gli esperti, anche perché la zona del Pacifico orientale è poco conosciuta e mancano gli strumenti di misura sul campo, come le boe marine. Occorre inoltre rafforzare la capacità di resistenza delle comunità, per esempio creando un sistema per allertare la popolazione. Le Nazioni Unite sostengono un’iniziativa, la Early warnings for all, o Ew4all, che punta a sviluppare un sistema di allarme rapido capace di raggiungere ogni persona sul pianeta. Un’altra priorità è collaborare con le comunità locali, per esempio per ricostituire le foreste di mangrovie che possono difendere le coste dagli eventi estremi.

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Questo articolo è uscito sul numero 1558 di Internazionale, a pagina 106. Compra questo numero | Abbonati