Non succede spesso di ringraziare dio per l’esistenza di Twitter (non lo chiamerò mai in altri modi), perché a volte ci trovi tesori nascosti, come Diamond jubilee, disponibile solo su YouTube oppure su un sito antiquato. È una strategia promozionale? Oppure no? L’autore è Cindy Lee, il progetto in drag del musicista canadese Patrick Flegel, che l’ha composto e suonato tutto da solo. Il disco è un mix di stili e atmosfere. È come se fossero stati ritrovati dei vecchi nastri. Sicuramente c’è l’influenza dei primi girl group e i testi, che parlano di desideri e delusioni, sono cantati su armonie semplici e tormentate. Diamond jubilee è impregnato da riverberi simili a quelli di certi album degli anni sessanta. In due ore e una trentina di brevi canzoni, l’atmosfera sognante non s’interrompe mai. Se lo si toglie da questo suo mondo interiore non resta nulla, perché è questa la sua forza e la sua bellezza. Sono canzoni suonate a un ballo nelle profondità marine, dove la palla da discoteca gira in una sala quasi vuota.
Matt Hanson, The Arts Fuse

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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati