◆Sotto la minaccia di un’imminente invasione israeliana di Rafah, nella Striscia di Gaza, hanno ripreso slancio i negoziati in corso al Cairo per raggiungere una tregua tra Israele e Hamas. Il 29 aprile nella capitale egiziana una delegazione del gruppo palestinese ha discusso con rappresentanti di Egitto e Qatar, paesi mediatori insieme agli Stati Uniti, una proposta di Israele che prevede un cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e il “ripristino di una calma sostenibile” nella Striscia, scrive Al Jazeera.

◆Per promuovere una tregua e favorire l’ingresso degli aiuti umanitari nel territorio palestinese il 29 aprile il segretario di stato statunitense Antony Blinken è arrivato in Arabia Saudita, prima tappa del suo viaggio in Medio Oriente che l’ha portato anche in Giordania e in Israele. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu continua a essere al centro delle critiche dell’opinione pubblica. La sera del 28 aprile migliaia di persone si sono riunite a Tel Aviv per chiedere la liberazione degli ostaggi. Nei giorni precedenti Hamas aveva pubblicato video che mostravano tre ostaggi chiedere a Netanyahu di accelerare i tempi per un accordo sul loro rilascio.

◆ Sono proseguiti i bombardamenti israeliani sulla Striscia di Gaza e il 30 aprile il ministero della salute di Hamas ha pubblicato un nuovo bilancio: dall’inizio dell’offensiva israeliana sono morti 34.535 palestinesi e ne sono stati feriti 77.704. A Rafah, dove sono rifugiate quasi 1,5 milioni di persone – cioè metà della popolazione della Striscia, in maggioranza sfollati – si comincia a soffrire il caldo e la presenza di insetti. Il 28 aprile l’ong statunitense World central kitchen ha annunciato la ripresa delle sue attività di sostegno alla popolazione del territorio, dopo la pausa seguita all’uccisione di sette suoi operatori in un bombardamento israeliano all’inizio del mese.

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Questo articolo è uscito sul numero 1561 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati