Una raffineria a Houston, in Texas, 2020. (Mark Felix, Afp)

La sonda Mars Climate Orbiter fu lanciata dalla Nasa l’11 dicembre 1998. L’obiettivo era studiare la superficie di Marte e cercare prove di passati cambiamenti climatici.

Il 23 settembre 1999, dopo quasi dieci mesi di viaggio nello spazio e mentre stava per entrare nell’orbita di Marte, la sonda esplose. Il costo totale della missione, compresa la costruzione della sonda, era stato di 328 milioni di dollari.

Le indagini successive rivelarono che il team delle operazioni di navigazione del Jet Propulsion Laboratory aveva usato nei suoi calcoli il sistema metrico decimale, mentre la Lockheed Martin Astronautics, che aveva progettato e costruito la sonda, aveva fornito i suoi dati usando il sistema dei pollici, dei piedi e delle libbre. Ma nessuno se n’era accorto.

Sono tante le cose che, se non si fa attenzione, c’è il rischio di perdere in una traduzione.

Il 20 marzo di quest’anno è uscito l’ultimo rapporto degli scienziati del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, quello in cui si parla della soglia di 1,5 gradi centigradi.

“Molti statunitensi potrebbero avere difficoltà a capire il rapporto perché l’analisi, come quelle precedenti, parla di temperature in gradi Celsius”, ha scritto il New York Times.

Gli statunitensi sono tra i pochi che indicano ancora le temperature in Fahrenheit. E anche se numericamente non sono tanti rispetto ad altri paesi, hanno un grosso impatto sul clima: gli Stati Uniti hanno cumulativamente emesso più gas serra di qualsiasi altra nazione al mondo.

Per questo, scrive il New York Times, usare anche i gradi Fahrenheit oltre ai Celsius è uno degli accorgimenti che, aiutando a rendere più chiare le informazioni sulla crisi climatica, possono far aumentare il numero di persone consapevoli dell’emergenza che stiamo affrontando. E questo è fondamentale se si vuole sperare di produrre qualche cambiamento. ◆

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1508 di Internazionale, a pagina 5. Compra questo numero | Abbonati