17 agosto 2016 13:24

Sono le 3.30 di mattina. Sto raccogliendo trifoglio insieme a mia zia Geta e a mia cugina Karina. Ne “prendiamo in prestito” un po’ dai comunisti, come dice Geta. Geta è sposata con un tedesco di Romania che ascolta di continuo Radio Free Europe, così anch’io mi sono convinto che rubare alla cooperativa sia una specie di atto eroico. Karol, il tedesco, ha una gamba più corta dell’altra e non partecipa alle spedizioni per il trifoglio: se arriva il guardiano bisogna mettersi a correre, e ovviamente lui non ce la fa.

Una breve lezione sul partito

Geta porta a casa i soldi praticamente per tutta la famiglia, soprattutto leggendo le carte ma anche lavorando in una fabbrica di legname, e durante le vacanze mi sfrutta in maniera spietata. Lavoro nel giardino, dipingo la staccionata, aiuto a stendere il cemento nello spiazzo davanti a casa. Ma devo riconoscere che da lei si mangia molto meglio che a casa mia e poi a Caransebeș la vita è infinitamente più interessante che a Craiova.

Mentre miete il trifoglio, Geta canta. Si muove in modo incredibilmente efficace e i movimenti del suo corpo hanno un ritmo che ricorda una danza. Ha la stessa inesauribile energia di mia madre, e in più ha anche una voce favolosa. È una bellissima notte di giugno e la Luna sembra grande quanto il Sole.

Mia cugina raccoglie il trifoglio e lo ripone nei sacchi. Io li carico sulla bici, li porto a casa e torno indietro il più rapidamente possibile. Ho già fatto un viaggio. Mi fermo a riposare un attimo e allo stesso tempo faccio il palo. Non siamo gli unici a “prendere in prestito” il trifoglio. Si sta molto bene e così decido di appoggiarmi con la testa su un sacco già pieno. Penso alla mia principessa bionda e sento la voce di Geta che canta, non però il rumore dell’auto della polizia che si è fermata a venti metri di distanza.

Il poliziotto è di Balta Sărată. Ci chiama a raccolta e ci impartisce una lezione relativamente breve sul partito. Alla fine, per integrare la teoria con la pratica, ci fa caricare sulla sua auto i sacchi pieni di trifoglio. Tutti sanno che il nostro poliziotto è il più grande allevatore di conigli del quartiere. Appena se ne va tutti lo prendono a parolacce, ma poi ognuno riprende in mano i sacchi che aveva nascosto e continua a raccogliere il trifoglio.

Buona parte dei sistemi informatici per la pubblica amministrazione vincola il cliente a un fornitore di servizi

Da questi fatti sono passati più di trent’anni. Lo stato è ancora il soggetto da cui è più facile “prendere in prestito”. Buona parte dei sistemi di information technology (It) fatti per la pubblica amministrazione sono vendor locked, un sistema che vincola il cliente a un fornitore di servizi. Sono quanto di peggio per lo stato e quanto di meglio per le imprese, e i loro prezzi sono diverse volte, e non poche, più alti del normale.

Questi contratti sono enormemente svantaggiosi per lo stato. Abbiamo un grande bisogno di prodotti di It di buon livello, ma non abbiamo esperti informatici all’interno dei ministeri. Così gli accordi li negoziano persone senza nessuna competenza informatica.

Nel settore pubblico il nepotismo è a livelli inimmaginabili. Nello scorso governo decine di funzionari sono stati trasferiti da un dicastero all’altro per il semplice volere di una ministra: il fatto che non avessero niente a che fare con il posto a cui sono stati assegnati non è stato preso in nessuna considerazione. I trasferimenti sono stati decisi esclusivamente per questioni di parentela e per la lealtà dimostrata dai funzionari.

Dove girano più soldi

Nei primi giorni che ho trascorso nella segreteria del primo ministro ho dovuto incontrare il sottosegretario con delega alla logistica. Molto sicuro di sé, questo giovanotto sui trent’anni aveva un ego più grande dell’intero palazzo del governo. Voluto personalmente dal precedente primo ministro, il ragazzo si muoveva solo in Audi Q7, tra le vetture migliori di tutto il parco auto del governo.

Qualche settimana più tardi ho saputo che il giovane rappresentava il governo nelle commissioni pubbliche dove girano più soldi, il che comportava uno stipendio più alto di diverse migliaia di euro rispetto a quello di sottosegretario. Forse si trattava solo di una coincidenza straordinaria, o forse buona parte della sua famiglia già lavorava nella stessa struttura…

Non essendo una persona importante, non ho mai goduto del suo sostegno. Mi aveva assegnato un catorcio, una Opel Laguna che per strada era un pericolo pubblico. L’arredo del mio ufficio era orribile, e la stanza è stata ritinteggiata solo quando si è saputo che sarei andato via. A giudicare dall’entusiasmo mostrato da alcuni colleghi nei nostri incontri, ho il sospetto che abbiano chiesto una disinfestazione e pure una benedizione da parte del pope. A volte nelle occasioni più importanti, per esempio gli incontri con gli ambasciatori, ce la siamo cavata prendendo in prestito delle poltrone dai corridoi del palazzo per non fare brutta figura.

Nell’intero sistema siamo solo due o tre folli ad aver rinunciato all’auto blu

Nei giorni scorsi ho incontrato un tale che avevo conosciuto a un corso di specializzazione, oggi impegnato in politica. Era sicuro che fossi uscito dal governo per il solo fatto che mi sposto in metropolitana. All’auto di servizio ho rinunciato qualche tempo fa, quando ho scoperto quanti soldi pubblici vengono sprecati in questo modo.

Il mio ex collega era sorpreso per il fatto che, a differenza del suo ex superiore, non ho nemmeno un portaborse. Nell’intero sistema siamo solo due o tre folli ad aver rinunciato all’auto blu. A tutti gli altri non importa nulla, tanto si sa che i tecnocrati se ne andranno alla svelta. Non ho nemmeno la guardia del corpo, e la cosa mi dispiace solo perché mi sarei divertito molto ad andare in giro scortato per il quartiere di Ferentari. Qualche volta – lo ammetto – mi sono divertito a immaginare come mi avrebbe protetto il mio bodyguard alle sette e mezza di mattina nella calca della metropolitana. Il tutto, ovviamente, al suono della colonna sonora di The bodyguard, con Whitney Houston che canta I will always love you.

La quota dei controllori

Ho raccontato al mio ex collega come la penso riguardo agli orari di lavoro dei dipendenti pubblici e gli ho detto della mia ossessione per la trasparenza delle spese nel ministero dove lavoro. Non so per quale motivo, ma è impallidito.

Spero che adesso non rinunci alla carriera politica che aveva pianificato. Mi ha chiesto perché i funzionari non parlano mai dei problemi interni ai ministeri e alla pubblica amministrazione. La risposta più probabile è che vogliono fare carriera, obiettivo che non si raggiunge denunciando le magagne interne, ma nascondendole ad arte.

Inoltre la gente si è abituata al fatto che i nuovi dirigenti paracadutati nei posti di responsabilità non sono arrivati con l’idea di fare qualcosa di buono e in modo onesto. Spesso questi funzionari sono come il poliziotto di Caransebeș: li mandano per controllare, ma in realtà vengono a raccogliere la loro quota.

(Traduzione di Mihaela Topala)

Questo articolo è stato pubblicato dal settimanale romeno Dilema Veche.

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