Sommario

Arundhati Roy

La pace ribelle. Esclusivo: le rivelazioni dello Spiegel sul piano di Parigi e Berlino. I commenti di Le Monde, The Guardian, Al Hayat, The Wall Street Journal

475 (14/20 febbraio 2003)
475 (14/20 febbraio 2003)

Americhe

Il venerdì tragico di Bogotá

Scienza

Pensieri e parole

La lingua che parliamo influenza il nostro modo di pensare?

Opinioni

Gli attacchi violenti della stampa Usa contro la Francia sono il segno dei tempi

Opinioni

Il dossier britannico sull’Iraq era una patacca. Per ingannare i cittadini

Opinioni

In Colombia il terrorismo fa strage. Ma anche l’indifferenza uccide

Economia e lavoro

Il turista indifferente

Nigeria

Divisi dalla fede

Negli stati settentrionali si moltiplicano gli scontri tra cristiani e musulmani

Opinioni

Paradossi venezuelani

Opinioni

Giovani in carcere

Iraq

Il piano Mirage

La proposta franco-tedesca

Iraq

La sfida americana

Per un mondo più equilibrato serve un’Europa protagonista

Africa e Medio Oriente

All’attacco di al Jazeera

Opinioni

Il ricatto nucleare di Kim Jong II è serio. È necessario negoziare al più presto

Viaggi

Turisti a Baghdad

Passione per l’archeologia, gusto del rischio o semplice curiosità? Gli Stati Uniti sono pronti ad attaccare, eppure c’è chi va in vacanza in Iraq

Stati Uniti

A lezione sull’attenti

Le scuole pubbliche non funzionano? Chiamiamo i militari

Europa

Operazione tabula rasa

Iraq

Affrontare l’Impero

Le giustificazioni per l’intervento in Iraq sono bugie

Iraq

Sottili distinzioni

Le differenze tra Usa ed Europa sulla guerra sono solo strategiche, non morali

Morale

“C’è un aspetto propagandistico in questa guerra, ed è la gara tra chi soffre di più. Ciascuna delle due parti cerca di persuadere il mondo che è la più infelice. Come in ogni campagna propagandistica, l’uso dell’informazione è selettivo, distorto e moralistico. Se vogliamo basare la nostra informazione (o dovremmo chiamarla propaganda?) sull’ipotesi che la comunità internazionale si berrà la dubbia merce che stiamo cercando di venderle – che sia per ignoranza o per ipocrisia – va bene. Ma se vogliamo farci un esame di coscienza, abbiamo il dovere verso noi stessi di ammettere l’amara verità: forse vinceremo questa guerra sul campo militare, forse otterremo qualche vantaggio diplomatico, ma sul piano morale non abbiamo nessun vantaggio, né alcuno status particolare”. Ze’ev Maoz, professore di scienze politiche a Tel Aviv, sul quotidiano israeliano Ha’aretz, il 25 luglio 2006. Leggi

Iraq

Il ruggito del topo

Attacco al presidente francese Chirac e alla sua politica estera

Scienza e tecnologia

Piatti abbondanti

Asia e Pacifico

Il capolinea del consenso

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