10 ottobre 2016 17:42

Tokyoites è il nome che usano gli stranieri per indicare gli abitanti di Tokyo. I tokyoites sembrano sempre molto occupati. Camminano per le strade della città con passo veloce, in silenzio, dando l’impressione di sapere sempre dove andare. E quando si fermano, per esempio a un semaforo, hanno gli occhi puntati sul loro smartphone.

Il contrasto tra la confusione delle strade di una città molto popolata e l’isolamento che i giapponesi riescono a creare intorno a sé, è al centro del lavoro del fotografo Eolo Perfido. “In una città come Tokyo dove vivono più di quindici milioni di persone”, dice,”quello che potrebbe sembrare un limite può diventare una virtù, necessaria alla sopravvivenza e alla convivenza”.

Lo sguardo di Perfido, che è uno sguardo da gaijin – la parola giapponese con cui si indica uno straniero – ha saputo trovare dei tratti comuni che uniscono gli abitanti di Tokyo mentre sono tra le strade e nei luoghi pubblici della città. I momenti in cui si appoggiano a un muro per leggere il loro smartphone o per consultare una mappa, le movenze ordinate che gli consentono di non scontrarsi con gli altri, senza avere quasi mai un contatto.

“Nei miei viaggi a Tokyo mi sono accorto di aver visto una solitudine diversa, mai urlata, ma nascosta con pudore e che sembra assumere la connotazione di un delicato sentimento. E quando ho riguardato le immagini che avevo realizzato in questi anni non mi sono più sembrate tante piccole storie, ma un racconto unico che non avevo cercato e che si manifestava in maniera quasi autonoma”.

La mostra Tokyoites è esposta alla galleria Leica di Milano fino al al 5 novembre 2016.

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