L’ultimo disco di Nao, Saturn, aveva atmosfere cosmiche. Nel nuovo lavoro invece la cantante britannica ha trovato l’oro sulla Terra. Ispirato ai suoni organici di A seat at the table di Solange Knowles, questo disco, pieno di increspature di pianoforte e assoli di chitarra, è più intimo che mai. Dal punto di vista dei testi, l’album vibra di gioia. Si parla di come uscire da una relazione soddisfacente ma alla fine dolorosa (Messy love) e si celebra l’uscita dalle sabbie mobili psicologiche (Burn out). Nao cura ogni elemento con precisione. I collaboratori non fanno eccezione: il duetto influenzato dal gospel con il musicista statunitense Serpentwithfeet sulla canzone Postcards è uno dei vertici del disco. Attraverso i 13 brani di And then life was beautiful Nao scivola tra rnb, soul, gospel, funk, afrobeat e riscopre le sue radici jazz. Eppure ancora una volta è il suo modo di cantare a essere il centro di tutto. Nao possiede una delle voci più identificabili dell’rnb britannico: in parte svolazzo, in parte falsetto. La sua voce, così come l’album, alterna note alte e note basse nei momenti più inaspettati.

Kitty Empire,The Observer

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati