Pietro Antonio Locatelli (1695-1764) era considerato dai suoi contemporanei un violinista spettacolare. Tra mille acrobazie, nei suoi concerti il compositore bergamasco si libera del modello di Vivaldi e lo proietta verso un virtuosismo estremo, rivoluzionando anche la tecnica dello strumento nelle sue incredibili cadenze ad libitum. Domare questi labirinti e il loro costante duello tra retorica e contorsionismo è alla portata di pochi. Uno è il violinista russo Ilya Gringolts, eroe del trittico di concerti di questo disco, che doma ogni ostacolo con una spigliatezza, un buon gusto e una semplicità perfetti per esaltarne la potenza espressiva.

Olivier Fourés, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1433 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati