Britta Pedersen, Getty Images

L’8 novembre le azioni della Tesla hanno perso il 4,8 per cento dopo che Elon Musk (nella foto), amministratore delegato della casa produttrice di auto elettriche, aveva dichiarato la disponibilità a vendere il 10 per cento delle azioni dell’azienda (che valgono circa 21 miliardi di dollari) in suo possesso e pagare le tasse con il ricavato. L’imprenditore ha precisato che non riceve alcuno stipendio per il suo lavoro alla Tesla e che può pagare le tasse solo vendendo delle azioni. Musk, spiega la Bbc, ha lanciato un sondaggio tra i suoi 63 milioni di follower su Twitter, chiedendo se fossero d’accordo con l’idea: ha risposto di sì il 58 per cento dei 3,5 milioni di utenti che hanno partecipato. La sua mossa, in particolare, è un’aperta critica a una proposta del Partito democratico che prevede l’imposizione di una tassa sulle plusvalenze virtuali (non incassate realmente) realizzate con il rialzo delle azioni. Musk ha dichiarato che rispetterà il risultato del sondaggio, ma non ha specificato quando e come metterà in vendita le sue azioni. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 115. Compra questo numero | Abbonati