Noemí vive per il piacere, e nella Città del Messico degli anni cinquanta ne può trovare in abbondanza. Ma aspira anche a qualcosa di più, e malgrado le resistenze del padre si è laureata in antropologia. Il suo programma di cominciare la scuola di specializzazione è interrotto da una chiamata di uno zio. Sua cugina Catalina, sposata con un inglese, la cui famiglia era proprietaria di una grande miniera, vive ora in un maniero di campagna noto come High Place che potrebbe essere anche la sua prigione. Noemí parte per scoprire se sua cugina è in pericolo. Tutti i cliché gotici promessi nel titolo sono al loro posto: la vergine sacrificale; la damigella in pericolo; il marito crudele e inflessibile; il luogo spaventoso e lontano; perfino un’austera governante. Moreno-Garcia non si limita a ricalcare le linee del genere gotico, ma gli imprime una torsione postcoloniale, aggiungendo agli orrori atavici la volontà di potere razzista. E dimostra che è possibile creare una protagonista credibile che sfida il patriarcato.

Bethanne Patrick, Los Angeles Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1435 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati