“Dopo cinque mesi di sospensione, il 29 novembre sono ripresi a Vienna i negoziati internazionali sul programma nucleare iraniano. Si discute del possibile rientro degli Stati Uniti nell’accordo nucleare del 2015, ma l’accelerazione della produzione di uranio arricchito in Iran dopo l’elezione del presidente ultraconservatore Ebrahim Raisi complica quest’ipotesi. Tehran Times sottolinea che Stati Uniti ed Europa “hanno basse aspettative sulla possibilità che i colloqui si concludano rapidamente” e temono che l’Iran “presenti nuove richieste difficili da soddisfare”. Secondo il quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, “ora più che mai l’operazione sembra un tentativo di risuscitare un cadavere”: tutti i protagonisti sono convinti che i negoziati saranno un fallimento, ma ci provano comunque. “Teheran chiede l’impossibile a Washington, Washington minaccia di lasciar cadere la questione e gli europei, come sempre, si preoccupano”. Senza contare poi i “non protagonisti”, come Israele, che cerca di proteggere i suoi interessi e quelli “dei suoi alleati del Golfo ufficiali e ufficiosi”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1438 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati