Gwendolen “Len” Howard era un’eccentrica che nel 1938, a 44 anni, abbandonò la carriera di violinista e si ritirò in un cottage nella campagna del Sussex per studiare gli uccelli. Ma la comunità scientifica non prese sul serio il suo lavoro e i suoi libri. L’olandese Eva Meijer ha creato per Howard una vita fittizia basata sul poco che si conosce. Passi dei libri di Len raccontano la vita parallela di Star, la sua cinciallegra preferita. Ma la donna rimane un enigma. Len deve il suo amore per gli uccelli al suo carismatico padre poeta, incapace di vederne uno ferito senza salvarlo e nutrirlo. Ragazza vivace e sensibile, la più giovane di quattro fratelli in una famiglia ricca e colta, se ne va a Londra dove sperimenta l’amore e l’amicizia, ma nessuna relazione umana si avvicina lontanamente al legame che forma più tardi con gli uccelli. Gli uccelli si siedono sulla sua testa e sulle sue spalle. Lei insegna loro a contare e trascrive in musica i loro canti. Il contatto umano è ridotto al minimo. La morte di suo padre è appena accennata, non scrive mai a sua madre e non vede l’ora di liberarsi di sua sorella quando la va a trovare. C’è bellezza e gioia nella strana vita di Len. Ma il romanzo è anche profondamente triste, perché lei crede che il suo lavoro sia fondamentale per il benessere degli uccelli, mentre è evidente che il suo bisogno è molto più grande del loro.
Carol Birch, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1450 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati