Questa giornata con Luigi XV è organizzata in cinque momenti. L’inizio è tonico senza essere brusco, con Le réveil -matin di François Couperin. La sua ostinata ripetizione si rivela presto più maliziosa che chiassosa. È anche lo stile di Céline Frisch in questa antologia del clavicembalo francese del settecento: fa suo il titolo dei pezzi ma non calca mai troppo il segno, come se il realismo e le tinte pastello di Liotard s’incrociassero con la voluttà sorridente di Boucher nella ricca tavolozza cromatica dello strumento. Céline Frisch ha mano sempre sicura ma leggera e un gesto preciso ma rapido. È chiaramente felice di lasciar suonare lo strumento nei Plaisirs de la chasse di Daquin, di creare uno spazio adatto al Carillon di Dandrieu e di far rombare i bassi dell’orchestra tumultuosa di Rameau (Pygmalion) reinventata da Balbastre. Mostra una grande arte, per esempio, nei pezzi di Royer: che sono pieni di suggestione, non detti, mezze tinte e, nei Tendres sentimentes, rivela delicatezza ed espressività prodigiose. La registrazione di Aline Blondiau ci restituisce senza artificio “la varietà fantastica”, come la definisce la musicista, del suo clavicembalo, una copia del famoso strumento Goujon-Swanen (circa 1749-1784) custodito dal museo della musica di Parigi.

Philippe Venturini, Classica

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1482 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati