La radio bavarese festeggia gli 85 anni del più importante compositore ucraino vivente, oggi rifugiato a Berlino. Pubblicato nel 1999, il Requiem per Larissa è un toccante omaggio di Silvestrov alla moglie, morta tre anni prima. Maestro della citazione in un personalissimo contesto postmoderno, nel primo movimento Silvestrov sembra ricordare il Requiem tedesco di Brahms. Il suo lamento usa frammenti del testo della messa latina e ricorre spesso al silenzio e alle note lunghe. Nel Tuba mirum ricordi della sua sinfonia n. 1, composizione modernista del 1963, precedono un passaggio etereo dove il sintetizzatore diventa un’armonica a bicchieri. Nel Lacrimosa, vertice dell’emozione più intima, un contralto e un tenore solisti s’appoggiano sul coro della radio bavarese, di una precisione e un’omogeneità stupefacenti. Più avanti, è con le bocche chiuse che i coristi accompagnano una dolce canzone folcloristica, prima di diventare dei fantasmi nella cripta funebre di un Agnus dei dalla finta aria mozartiana. Il direttore Andres Mustonen può sempre contare, oltre che su un coro di qualità vertiginosa, sulla sua raffinata orchestra. È una lettura ammirevolmente chiara.
Benoît Fauchet, Diapason

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Questo articolo è uscito sul numero 1484 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati