Bruxelles, Belgio (Dursun Aydemir, Anadolu Agency/Getty)

“I lavoratori europei stanno sperimentando un brusco calo del loro potere d’acquisto”, scrive Le Monde. Secondo la Banca centrale europea, i salari sono cresciuti del 4,5 per cento nel 2022 e quest’anno dovrebbero aumentare del 5,2 per cento. Nel frattempo, però, nell’eurozona l’inflazione si è attestata in media sull’8,4 per cento nell’anno appena trascorso e dovrebbe scendere solo al 6,3 per cento nel 2023. Uno studio realizzato con i dati di Indeed, un sito di offerte di lavoro, sostiene che in Europa la perdita di potere d’acquisto dei lavoratori va dal 2,4 per cento della Francia all’8,5 per cento dell’Italia. “Questo shock provoca malcontento sociale”, osserva il quotidiano francese. A dicembre in Belgio migliaia di lavoratori hanno marciato a Bruxelles, rispondendo all’appello delle tre maggiori organizzazioni sindacali del paese. I manifestanti chiedevano l’aumento dei salari, la riduzione delle imposte sui redditi da lavoro e il congelamento dei prezzi dell’energia. Sono scoppiate proteste anche in Austria, colpendo settori importanti come il trasporto ferroviario nazionale e le birrerie. In Spagna, invece, per il momento non ci sono state grandi manifestazioni. Ma i principali sindacati, la Confederación sindical de comisiones obreras (Ccoo) e l’Unión general de trabajadores (Ugt), “hanno cominciato ad alzare la voce, avvertendo che nel 2023 potrebbero esserci molti più scioperi, soprattutto se non si sbloccano i negoziati per rivedere le regole sull’adeguamento automatico dei salari”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1493 di Internazionale, a pagina 101. Compra questo numero | Abbonati