Lavora a Internazionale ed è l’editor di economia. Su Twitter: @lubellosan
Arriva una volta alla settimana, il venerdì, e racconta cosa succede nel mondo dell’economia e del lavoro. Leggi
Dando via al recovery fund, l’Unione europea ha deciso di indebitarsi in modo consistente per finanziare dei trasferimenti tra i suoi stati membri. Nonostante i limiti, è una grande scommessa e una vera prova di solidarietà. Leggi
Molti pensano al Mes con la stessa diffidenza diffusa nei confronti dell’Unione europea e con la paura di subire le stesse condizioni imposte alla Grecia in passato. Chiarire di cosa si parla può aiutare a fugare qualche dubbio. Leggi
Il giudizio della corte costituzionale tedesca sul quantitative easing può condizionare l’azione della Bce e creare un precedente pericoloso. Leggi
L’idea di creare titoli europei per aiutare le economie colpite dalla pandemia ha scatenato un’aspra polemica tra i paesi indebitati e quelli con i conti in regola. Leggi
Fare un po’ di chiarezza sul Mes, il fondo salva stati, permette di capire che questo strumento, con i punti critici che di certo non mancano, è importante per l’Italia e per l’intera eurozona. Leggi
In questi anni il presidente della Bce si è guadagnato il titolo di “salvatore dell’euro”, ma è stato oggetto di frequenti attacchi nei paesi dell’Europa settentrionale, in particolare in Germania. Leggi
Mark Zuckerberg ha annunciato di voler creare una propria criptomoneta. Le precedenti violazioni della privacy e le fughe di dati personali dal social network fanno dubitare della sua sicurezza. Leggi
“O sono moneta, e quindi sono illegali, o sono debito, e quindi aumentano il debito pubblico”. Così Mario Draghi commenta la possibilità di mettere in circolazione titoli di stato di piccolo taglio. Leggi
Anche se non è garantita da alcuna banca centrale, la criptovaluta più diffusa al mondo ha fatto guadagnare i primi investitori. E punta a sostiture il contante. Leggi
L’8 novembre 2016 il premier annunciava il ritiro di migliaia di banconote per eliminare il denaro frutto di affari loschi. Ma le cose sono andate in modo diverso. Leggi
Dieci anni fa ha scommesso sul crollo del mercato immobiliare ed è diventato miliardario. Poi ha perso gran parte del capitale. Ora lavora con Donald Trump. Leggi
Solo nel 2016 le aziende cinesi hanno investito all’estero 225 miliardi di dollari. Il governo di Pechino comincia a temere di perdere il controllo. Leggi
Per i grandi fondi d’investimento il riscaldamento globale non è una bufala, ma un problema serio di cui le aziende devono cominciare a tener conto. Leggi
Un cittadino svizzero in carcere in Germania con l’accusa di spionaggio. Ispettori del fisco che trafugano cd riservati. Una storia vera che sembra un film dei fratelli Cohen. Leggi
Alla fine del 2015, ben 149mila miliardi di dollari – pari a circa il 46 per cento delle attività finanziarie globali – erano gestiti da banche ombra. Leggi
Il presidente della Banca centrale europea continua a tenere fede alla famosa promessa del luglio del 2012, cioè “fare tutto il possibile per salvare l’euro”. Il 10 marzo il presidente della Banca centrale europea ha presentato delle misure di politica monetaria decisamente più incisive rispetto a quelle annunciate in precedenza e soprattutto decisamente più orientate all’economia reale che ai mercati finanziari. Leggi
L’inizio del 2016 non è stato affatto felice per le borse. Questa settimana una delle più colpite è stata quella di Tokyo. Ma le cose vanno male anche negli Stati Uniti, dove molti temono che la ripresa sia già a rischio, e in Europa, dove destano forti preoccupazioni le banche. Leggi
Il 2016 si è aperto con forti turbolenze nelle borse mondiali e l’epicentro è stato di nuovo la Cina. Più volte in passato è stata vantata l’efficienza dei regimi autoritari. Ma la crisi attuale, dimostra che spesso i governanti di questi paesi hanno serie difficoltà a gestire i problemi. Leggi
Il 16 dicembre Janet Yellen, presidente della Federal reserve, la banca centrale statunitense, ha annunciato il rialzo del principale tasso di riferimento dell’istituto dallo 0,25 allo 0,5 per cento. È un annuncio atteso da mesi e per certi versi storico, visto che potrebbe porre fine a una fase caratterizzata dall’uso di misure senza precedente da parte della Fed. Leggi
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