Questo romanzo si apre con un suicidio, che è sempre un modo piacevole per catturare l’attenzione del lettore. Julien Libérat, pianista fallito, si getta dalla finestra mentre trasmette le immagini sui social network. Ovvero, come conciliare Icaro e Narciso. Cosa lo ha spinto a commettere un atto del genere? In L’antimondo, un intelligente romanzo balzachiano post-Facebook, Nathan Devers introduce un altro personaggio, il mefistofelico Adrien Sterner. Sterner è una sorta di Mark Zucker­berg francese, più intellettuale dell’originale, influenzato dall’Apocalisse di san Giovanni e dalla Città di dio di sant’Agostino. Ha creato l’antimondo, un metaverso con un miliardo di seguaci in tutto il pianeta. Disgustato dal suo destino nella realtà, Julien Libérat diventa un provocatorio poeta sotto l’avatar di Vangel. Sterner comincia a sponsorizzarlo e a spingerlo, finché le cose non gli sfuggono di mano. Tanto inventivo quanto divertente, L’antimondo è il primo buon romanzo sul metaverso. Michel Houellebecq dovrebbe accogliere Devers come un degno erede. È ora di cancellarsi da tutti i social network e leggere questo libro nella vita reale.
Louis-Henri de La Rochefoucauld, L’Express

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Questo articolo è uscito sul numero 1506 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati