Il romanzo di Patrícia Melo si svolge in un Brasile in cui il machismo culturale sfocia nella violenza sistemica contro le donne. È narrato in prima persona da una giovane avvocata di São Paulo aggredita dal fidanzato durante una festa di fine anno. A partire dalla sua esperienza personale, la protagonista comincia un viaggio che la porterà a trasferirsi ad Acri per lavorare con le donne vittime di violenza. Da questa occasione nasce un viaggio personale: per capire se stessa e il suo autoinganno sul fidanzato dovrà risalire alla sua infanzia. Melo struttura il romanzo in tre assi discorsivi che si alternano nei vari capitoli. Il primo con una dizione realistica e violenta in cui si sviluppa una trama da romanzo poliziesco. Il secondo, usando un linguaggio giornalistico, racconta storie di reali vittime di femminicidio. Il terzo si rifà alla tradizione del realismo magico latinoamericano. In essi il linguaggio cessa di essere duro e si avvicina alla prosa poetica. Melo offre al lettore un romanzo difficile da digerire per il tema, ma che acquista forza e bellezza nell’equilibrio del linguaggio.
Dani Langer, Revista Sepé

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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati