Da un certo punto di vista Pacifiction è un film sconcertante, un enorme transatlantico alla deriva su un oceano di sogni oscuri, uscito a mani vuote dal festival di Cannes del 2022 pur essendo l’unico lungometraggio a sfidare l’ignoto. Albert Serra osa un triplo salto mortale. Primo: ambientare il film in Polinesia, a Tahiti, è un po’ come fare un anti-film francese, sorprendere il paese nei suoi confini, nelle pieghe territoriali che non vorrebbe mai mostrare, e quindi mostrarlo sotto una luce nuova. Inserisce nel cinema francese corpi, volti, accenti, paesaggi che ha troppo spesso ignorato. Secondo: si concentra su una figura politica senza uguali, quella dell’alto commissario della repubblica De Roller, rappresentante nell’arcipelago di uno stato invisibile, lontano 15mila chilometri. I politici sono figure sempre difficili da raccontare sullo schermo. A questo si aggiunge una funzione postcoloniale di uno straniero che amministra una popolazione che non è la sua. Terzo: affida il ruolo a un Benoît Magimel sopravvissuto a ogni cosa, compreso l’inferno dei peggiori polizieschi francesi, di cui conserva una fisicità da guappo. L’attore molto popolare piomba nel cinema eccentrico di Serra come da un’altra dimensione, è forse fuori luogo ma trasferisce il suo potere di grande star al personaggio. Tutto questo finisce per creare uno spazio narrativo inedito in cui una serie di personaggi che vanno e vengono non fanno altro che infondere incertezza al quadro. Le voci ricorrenti di una ripresa dei test nucleari francesi nell’arcipelago insinuano un elemento di paranoia in De Roller, che sembra non saperne niente. E la paranoia diventa più di un tema o di un motivo: si estende a tutto il film, anche a livello formale, una modalità per vedere le cose da un’altra prospettiva. Dietro il cliché turistico di Tahiti si possono vedere un brulicare d’interessi mascherati. Dietro la figura di De Roller, la tacita alleanza tra strutture postcoloniali e capitalismo (discoteche, spettacoli, promozione immobiliare). Dietro la politica locale, sfide geopolitiche che tratteggiano un mondo nel caos.
Mathieu Macheret, Cahiers du Cinéma

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Questo articolo è uscito sul numero 1512 di Internazionale, a pagina 83. Compra questo numero | Abbonati