Da una trama che potrebbe animare un pruriginoso sceneggiato tv, l’autore di Lontano dal paradiso e Carol tira fuori un dramma profondo e torrido, uno studio sui personaggi che ispira interpretazioni superbe alle protagoniste. L’attrice Elizabeth (Natalie Portman) sta preparando il ruolo di Gracie (Julianne Moore), una donna che vent’anni prima aveva dato scandalo per la sua relazione con un adolescente. Ora i due sono sposati e accettati dalla loro comunità, ma l’arrivo di Elizabeth, che vuole studiare da vicino il personaggio, riaccende gli animi. Il personaggio di Portman irradia malafede, mentre la Gracie di Moore combina durezza e vulnerabilità. Ma il vero piacere risiede nello scontro tra stili: in alcuni momenti è trash e voyeuristico, in altri ricorda Persona di Bergman.
Geoffrey Macnab, The IndependentMay december

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Questo articolo è uscito sul numero 1513 di Internazionale, a pagina 79. Compra questo numero | Abbonati