Marco Bellocchio ha fatto un film straziante e avvincente tratto dalla storia vera di un bambino ebreo strappato alla sua famiglia dalle autorità pontificie perché segretamente battezzato dalla bambinaia. Con l’appassionata veemenza di un Victor Hugo o di un Charles Dickens, il regista italiano mette a nudo un brutto episodio della chiesa cattolica europea, un brutale spasmo di tirannia, potere e bigottismo che riecheggia l’affaire Dreyfus e gli orrori arrivati dopo. Il rapimento di Edgardo fa pensare a un rastrellamento in miniatura e la spietatezza del papa Pio IX anticipa l’apparente indifferenza mostrata da Pio XII durante la seconda guerra mondiale di fronte alle atrocità compiute dai nazisti.
Peter Bradshaw, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 87. Compra questo numero | Abbonati