In una casa allagata in seguito alla distruzione della diga di Nova Kachovka, sul fiume Dnepr, avvenuta il 6 giugno. A una settimana dal sabotaggio, che l’Ucraina e la comunità internazionale attribuiscono alla Russia, i danni ambientali, umanitari e sanitari sono enormi. I morti e i dispersi sono almeno 69, mentre le risorse di acqua potabile sono contaminate da inquinanti di ogni tipo e si registrano già i primi casi di colera. Anche la produzione agricola della regione – soprattutto cereali, in gran parte destinati all’esportazione – è a rischio per la distruzione dei sistemi d’irrigazione.