Tra delinquenza e passione per il rap, la vera storia di Giwar Hajabi, alias Xatar, rifugiato curdo iraniano, diventato una star registrando le sue canzoni sotto una coperta, in carcere. Fatih Akin, regista tedesco di origini turche, ha un’impronta marcata e riconoscibile e un’energia feroce: affronta contemporaneamente vari generi, il thriller, il musical, il dramma dell’immigrazione, rimanendo comunque nel suo universo, un mondo rivestito di lame affilate. Il titolo è ironico, non siamo in un’opera wagneriana né nella mitologia germanica. L’oro c’è ma è stato rubato. La speranza c’è, ma sta nella cultura pop. Cinema ad alto tasso di testosterone. François Forestier, L’Obs

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Questo articolo è uscito sul numero 1521 di Internazionale, a pagina 74. Compra questo numero | Abbonati